1. La mia vita da Bull 9: Una madre severa


    Data: 11/03/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Bull del nord

    Scesi le scale con la testa che mi girava, l’orgasmo mi aveva lasciato frastornato ma l’euforia mi permeava come il sole in una giornata estiva. Tornai nello studio del marito e mi misi a piegare la biancheria, il posto mi sembrava un po’ claustrofobico e quindi mi spostai in piscina. Ero ancora poco pratico nel piegare, pensavo a come erano ordinati gli asciugamani piegati negli alberghi, perfettamente allineati mentre invece da me uscivano tutti sghembi. Ricominciai da capo, nonostante ero lì per scoparmi la madre dello stronzo e già ci ero parzialmente riuscito, ci tenevo a fare un buon lavoro. Non ero tuttavia soddisfatto, ok mi ero fatto spompinare ma dovevo ancora farle le foto, pensai di sfruttare l’espediente che avevo usato per Nicole ma poteva anche non funzionare. Dopo circa 15 minuti una pila di candidi asciugamani si stagliava vicino al bordo della piscina. Riposi la pila nell’armadio e tornai a finire lo strofinamento della muffa. Avevo praticamente finito quando sentii la porta aprirsi. Mi girai e rimasi a bocca aperta. La signora, completamente nuda, entrò in piscina. Io mi fermai e le sorrisi, quella troietta voleva il secondo giro. “Cosa guardi? Torna al lavoro!” Lo disse con tono severo. Ste donne acquatiche, prima Nicole e ora questa, le piscine rendono le ragazze stronze per caso? Un po’ deluso tornai a strofinare un angolo, in modo che avessi una completa visuale della piscina. La stronza era sull’altra estremità che faceva degli esercizi di ...
    ... allungamento. Mi stava chiaramente provocando, non avevo mai visto qualcuno fare stretching prima di nuotare ma decisi di stare al gioco e, se non per qualche sguardo furtivo cercai di ignorarla. Dopo pochi minuti si sentì un fragoroso scroscio, si era tuffata. In breve tempo riemerse. Era splendida, una vera sirena, i lunghi capelli neri le cadevano in parte sul viso e in parte sulle spalle, la linea dei glutei e della schiena, resa lucida dall’acqua, era sinuosa e perfetta. Si immerse di nuovo verso le profondità della vasca lasciando fuori solo i polpacci per pochi attimi. Non ero uno a cui piacevano i piedi ma mi eccitarono pure quelli. Rimase in apnea per una decina di secondi e poi, spingendo con le gambe sul fondo emerse come un delfino. I piccoli seni ondeggiarono lievemente, coi capezzoli turgidi dallo sbalzo di temperatura, la lieve peluria scura tra le cosce visibile e invitante. Continuava ad ignorarmi nonostante il mio sguardo sgomento da tanta bellezza. Puttana, mi stava facendo eccitare parecchio. Fece qualche bracciata verso la scaletta e si arrampicò fuori dalla vasca, indugiando più del dovuto nell’uscire mostrandomi quel culo marmoreo. Prese un asciugamano e si prese ad asciugare con attenzione solo i capelli tralasciando il corpo. Vedendo che mi ero interrotto per guardarla mi rimproverò severamente: “Ho detto di lavorare!”. La voce le diventava stridula quando si alterava, quando la situazione non era sotto il suo controllo. Quella non era quindi una scenetta ...
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