1. C'è traffico anche oggi - parte 2


    Data: 17/03/2019, Categorie: Etero Autore: ilnomenonconta

    ... sedia che ha posizionato nel centro della stanza.
    
    -Avvicinati, carponi.-.
    
    E’ seduta in punta di sedia, con le gambe divaricate e il busto dritto, indossa ancora una camicetta grigia e un maglioncino blu a coste. Ha mutande di cotone leggere, bianche, senza pizzo e un po’ ingrigite e consumate.
    
    -Vieni più vicino.-
    
    La punta del naso di Ingmar è a pochi millimetri dagli slip della donna, può scorgerne i pallini minuscoli di stoffa che si sono creati con l’usura, l’impercettibile ingiallimento nella zona centrale, un piccolo pelo arricciato è rimasto appiccicato sulla destra, impigliato nell’elastico. Può sentirne il calore, il bollore e l’odore.
    
    -Fermo. Non toccare, annusa. Inspira forte, voglio sentire che annusi.
    
    La donna lo lascia così, con il naso che le sfiora la figa e lui a occhi chiusi che respira forte, per qualche minuto, osservandolo con la testa inclinata e il collo allungato, per vedere che faccia bene.
    
    Poi lo allontana leggermente, con una mano, e si sporge un poco dalla sedia, alzandosi, e inarca la schiena. Resta così qualche secondo, rilasciando I muscoli dello sfintere esterno, fino a che sulle mutandine non compare una macchia di urina in rapida espansione. Richiude subito. Qualche goccia cade sul pavimento di cotto.
    
    Si risiede in punta di sedia protundendo il pube e divaricando ancora le gambe, due pieghe le si formano sulla pancia.
    
    -Succhia.- dice pizzicandosi con due dita gli slip per allontanarseli dalla vagina.
    
    Ingmar prende ...
    ... fra le labbra quella punta di stoffa madida di piscio che si è appena formata e succhia. Ha un sapore delicato, salato ed erboso.
    
    La donna ripete il gioco altre due, tre volte. Ogni volta le mutande le si inzuppano di più e dei sottili rivoli di pipì le scorrono lungo le cosce, formano una piccola pozza sul pianale della sedia, bagnandole le natiche.
    
    Poi si toglie il maglione blu a coste, la camicia grigia e una canottiera di seta bianca ingrigita. Si toglie anche il reggiseno, blu. Ha un seno grosso, morbidamente sospeso, con grosse aureole rosa e un capezzolo, non eretto, rientra un po’.
    
    Si leva anche scarpe e calze e per ultime, le mutande. Con lentezza e precauzione.
    
    Ha vagina formosa, con labbra pronunciate dai contorni violacei. La depilazione, classica, ha salvato peli forti e decisi, neri.
    
    Si urina sulle mutande, che tiene nella mano sinistra. Le irrora di piscio e poi se le passa sul corpo. La mano destra le si muove veloce attorno al clitoride, vaga, gira, cerca, sfrega. Il corpo le si irrigidisce, emette gemiti strozzati.
    
    Si ferma, improvvisamente.
    
    -Pulisci questo casino- dice indicando il pavimento.
    
    Le piastrelle viste da vicino hanno dei piccoli avvallamenti variegati, delle venature rosso scuro, minuscole crepe. Nelle fughe si è raccolta più urina. Le fughe hanno sapore cementizio e dei piccoli granelli, graffiano la punta della lingua. Ingmar lecca e ingoia. Ogni volta si deve alzare un poco per riuscire a deglutire. La donna guarda dura ...