La collega di mia moglie
Data: 18/03/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Gaetanosono
... disse: "No, oggi no. Qui no. Ho paura". La convinsi, prendendo accordi per l'indomani mattina, chiedendo permesso in ufficio e le dissi dove vederci. "Mii! Qua? Vicino agli uffici?" La tranquillizzai e le dissi di chiamarmi prima di uscire dall'ufficio. Speravo proprio che non se ne pentisse. Chiesi la chioave al collega e il pomeriggio feci una capatina nella casetta mettendo il necessario a portata di mano e sistemando il lenzuolo. Mi telefonò alle 9.45, feci il permesso, uscii e aspettai. Appena la vidi arrivare mi avviai e mi seguì. L'aspettai davanti all'uscio e, non appena mi raggiunse, quasi con tono di rimprevero mi disse: "Che situazione! Che mi stai facendo fare?". Aprii l'uscio e la spinsi dentro eroticamente spingendola dal culo. "Semmai tu! Che ti sto facendo fare? Quello che non vedi l'ora di fare tu" "Sii! Prop....". Non la feci replicare e le ficcai la lingua in bocca. "Mmmmm" Non so cosa volesse dire ma il fatto sta che le lingue presero ad intrecciarsi freneticamente. Nel frattempo presi a palparla ma cercò di svincolarsi: "Piano, come devo tornare in ufficio tutta sgualcita? Ma di chi è qua? Dove mi hai portato?" "Fottetene! Qui stiamo tranquilli e al sicuro". llora presi a sbottonarle la camicetta. "Ci dobbiamo sbrigare però" disse tutta rossa e emozionata. llora spogliami pure tu". Prese a sbottonarmi la camicia mentre io aprivo completamente la sua. Intrufolando le mani presi a palparle le tette. "Mm che ce l'hai bone!" "Mi fai vergognare" disse ...
... sfilando la mia camicia dai pantaloni, ammirando i miei pettorale e accarezzandoli. Abbandonai le tette e sfilandomi la camicia la invitai a togliersi il reggiseno. Mi fissò. "Non ci sono abituata. Mi vergogno". Presi la sua mano destra dal mio petto e la portai sulla mia patta trattenendola la. Ebbe come una smorfia di disapprovazione ma subito prese a tastare il mio cazzo duro. Mi chinai, le chiesi la lingua con la mia e, mentre ci slinguavamo sfiorandoci le labbra, portai le mani dietro la sua schiena per sganciarle il reggiseno mentre lei continuava a tastare spontaneamente il mio cazzo. Abbassai le bratelline del reggiseno, abbandonò il mio cazzo e se lo sfilò completamente. Me ne impossessai. "Che tettone che hai!" Dissi palpandole e stuzzicandole i capezzoli gia turgidi. "Siii?" sussurrò sospirando di piacere. "Ti piace?" "Mmmmm". La condussi in camera e, sedendomi sul bordo del letto, le dissi di farmi giocare con le tette che erano proprio ad altezza del mio viso. Ripresi a palparle e poi presi a leccarle stuzzicando e mordendo i capezzoli. "Piano, non mi fare fare cose strane disse sospirando. Non sapevo se per lei erano cose strane o strane fino a che punto, ma il fatto sta che lei stessa se le teneva su e vicine e le alternava nella mia bocca. Nel frattempo abbassai la cerniera della gonna e gemendo disse: "Gaetààà. Lo so che è colpa mia. Che mi stai facendo fare?". Le abbassai la gonna e, insieme alla gonna, le mutandine bianche. "No, no. Mi fai vergognare così Gaetà" ...