Schizzi di primavera.
Data: 20/03/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: ClubGodo87_II
... sorbetto con grande rapidità. In diversi momenti avrei preferito scappare che crogiolare nella voglia di portarlo di nuovo in bagno e leccarlo fino allo sfinimento.
Continuando a bere acqua, necessitai nuovamente della toilette. Ma prima di entrare, cercai di rapire il suo sguardo così da fargli capire che volevo ritrovarlo lì. Insieme a me.
Entrando non sentii nessun altro varcare l'accesso, ma dopo aver tirato lo sciacquone me lo ritrovai davanti.
Silenzioso, tronfio, deciso ad andare fino in fondo a quest'incredibile sabato di primavera.
Mi chiese come mi chiamavo. Disse che non gli era mai capitata una cosa del genere e che era assolutamente etero e senza esperienza. Insomma, vuotò il sacco senza che io dovessi domandargli nulla.
Gli risposi con voce visibilmente affannata. Il cuore palpitava, le labbra cominciavano a seccarsi, gli occhi morivano osservando la sua barbetta incolta ed un sorriso smagliante.
Feci attenzione a non vedere camerieri nei paraggi e, sorridendo, gli accarezzai la patta con una sicurezza quasi insperata. Come immaginavo aveva il cazzo duro, di traverso. Era probabilmente circonciso, in quanto salendo verso il fianco destro, sentii una sporgenza. Come quando si sale su un dosso con la macchina.
Il suo glande era lì, pronto a riempirmi lo stomaco con un pesce pregiatissimo quanto introvabile.
La situazione non permetteva di consumare il fugace incontro in quel bagno. Il rischio era troppo elevato.
Mi suggerì di ...
... raggiungerlo nel furgoncino parcheggiato davanti al ristorante, pochi minuti dopo di lui. Per non dare nell'occhio.
Non riuscivo a crederci, stavo per fare sesso in pieno giorno, senza alcun timore per il pericolo di essere scoperti. In un vecchio veicolo da lavoro, probabilmente sporco, come la peggior mignotta di strada.
Un paio di minuti dopo essere tornato al tavolo, dissi al mio amico che avevo dimenticato una cosa importante in auto ed uscii. Notai l'unico furgone bianco nella strada, con la porta del retro visibilmente socchiusa. Un invito ad andarmi a prendere la sua anguilla pelosa.
Entrai timidamente, cercando di far penetrare qualche raggio di sole all'interno. Il silenzio dell'imbarazzo venne rotto da un suo "ehy, sono qui. Illumino con il cellulare."
Appena lo smartphone si accese, mi accorsi che era già senza pantaloni. Nell'angolo più vicino al sedile del guidatore, mi attendeva semi-sdraiato in quella stiva proibita, con il cazzo già in erezione.
Palle cadenti ma sicuramente ricche di nutrienti.
Senza dire alcuna parola mi accucciai come una cagna davanti al suo padrone. Iniziai a leccarlo dalla base, lentamente, fissandolo con i miei grandi occhi scuri. Dopo qualche secondo mi disse una porcata in dialetto, seguita da un "mamma mia che bocchinara", sempre in gergo campano.
Sentendomi incitato da questi complimenti popolari, mi concentrai sui testicoli, troppo asciutti per non essere reidratati dalla mia saliva calda. Con la mano destra li cinsi tra ...