Sabrina: una donna che sa ciò che vuole
Data: 22/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: suve
... relegammo in un angolo della nostra mente� tranne quando c�era una qualche gentile fanciulla che si inginocchiava davanti a noi. Ad entrambi veniva spontaneo il paragone con Sabrina, ed il giudizio era sempre impietoso verso la fanciulla. Non che non ci godessimo il momento, era più che altro un raffronto� tecnico.Le vacanze hanno un grosso difetto: finiscono. E così quando sbarcammo a Milano e riprendemmo la solita vita fatta di studio e lavoro ci sorprendevamo spesso, dietro una pinta di birra in qualche locale, a ricordare il periodo appena trascorso e rimpiangerlo.Ma la vita riserva sorprese e la più grossa, per noi, fu una chiamata proprio di Sabrina con cui avevamo scambiato i numeri.Ci avvisava (chiamò me ma il messaggio era per entrambi) che sarebbe stata a Milano per un corso di aggiornamento di una settimana. Le avrebbe fatto piacere rivederci.Io e Massimo non stavamo più nella pelle e attendemmo trepidanti il suo arrivo.L�andammo a prendere alla stazione e fu prodiga di baci e abbracci lasciandoci prendere il suo bagaglio e stringendoci sottobraccio mentre la scortavamo all�auto per condurla al suo albergo. Ci parve strana la sua richiesta, quando le dicemmo che l�avremmo portata fuori a cena, di scegliere un posto dove non eravamo troppo conosciuti. Optammo per un locale in periferia dove ero stato un paio di volte e prenotammo. Dopo una quarantina di minuti la vedemmo uscire dall�ascensore come un�apparizione: in forma smagliante, tailleur beige con gonna al ...
... ginocchio, camicetta bianca generosamente aperta sul seno prosperoso, un sorriso per noi che destò l�invidia degli impiegati e dei clienti presenti.In auto, guidavo io, Massimo si accomodò dietro cedendole il posto lato passeggero ma lei lo spinse dentro e si sedette con lui dicendomi di partire. Mi diressi veloce verso l�imbocco della tangenziale, guardando nel retrovisore per capire cosa avesse intenzione di fare. La vidi girarsi verso Massimo per slacciargli la cintura, scendergli la zip e tirargli fuori l�uccello, con lui pietrificato dalla sorpresa. Mi preoccupai: non era ancora buio e qualcuno avrebbe potuto vederci. Glielo dissi:- Tra quanto arriviamo? �- 25-30 minuti massimo, ma� -- Ho giusto il tempo. Tu pensa a guidare �Ed io guidai, in modo disordinato perché vedevo nello specchietto, che spostai opportunamente, la sua bocca chiusa sul cazzo di Massimo che saliva e scendeva lasciando una traccia umida. Fu un tormento per me evitare incidenti mentre nelle orecchie avevo i rantoli di godimento del mio amico ed il rumore umido che faceva la bocca di lei... oltre alle trombe di un paio di autotreni i cui autisti, dall'alto, erano riusciti a vedere.- La prossima uscita è la nostra. �Avvertii, e un minuto dopo udii Massimo mugolare. Nello specchietto le labbra di lei erano ferme a metà asta, le guance si gonfiavano e si incavavano ricevendo in bocca una sborrata che, mi parve, durò diversi secondi.Tranquillamente, lasciando che lui si riassettasse, Sabrina si nettò le ...