1. -danno capo-


    Data: 24/03/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bsx_930, Fonte: Annunci69

    31 Dicembre 2017
    
    Come ogni capodanno, l’alcool scorreva a fiumi, ma la cosa che mi preoccupava di più, non era la Vodka che sarebbe finita dentro di me, ma la miriade di cazzi e di culi che ballavano sfrenati nelle due piste da ballo della discoteca, e le infinite scopate annesse.
    
    Biondi, mori, castani, tinti, alti, bassi, muscolosi, maggiorenni, minorenni, un mix così grosso che solo a pensarci stavo per sborrarmi nelle mutande.
    
    “Un Vodka Lemon grazie”. Dissi al barman passando il tagliando per il drink.
    
    “Te che vuoi?”. Chiesi al mio amico
    
    “Quello che hai preso tu”.
    
    “Me ne fai due?”. Dissi passando l’altro tagliando.
    
    Prendemmo i cocktail, ovviamente molto più alcolici del dovuto, e andammo in pista.
    
    Le luci, i suoni, l’alcool in circolo dalle cinque del pomeriggio, cominciavano a mischiarsi e tutto divenne un carnevale!
    
    Cominciai a dimenarmi, a divertirmi, i culi che sbattevano uno contro l’altro nella pista, le cosce che si sfioravano, gli sguardi che si catturavano, ogni cosa era stupefacente.
    
    Vidi un bel ragazzo, moro, poco più basso di me e mi avvicinai a lui.
    
    Comincia a ballargli dietro, poggiando delicatamente il pacco sul suo culo e strusciando.
    
    Lui ricambia avvicinando ancor di più il culo e schiacciandomi il cazzo.
    
    Si gira e mi sorride. Era un bel ragazzo, viso pulito niente barba, occhi scuri.
    
    Cominciammo ad avvicinarci ed alla fine, le nostre bocche si unirono.
    
    La sua lingua era morbida e si scagliava contro la ...
    ... mia.
    
    Gli presi il labbro inferiore tra i denti, era carnoso e morbido, e lo tirai a me per poi lasciarlo e ricatturarlo con un bacio.
    
    Le sue mani strusciavano sul mio petto, per poi calare sull’addome mentre le nostre lingue si divincolavano in una danza senza fine. Arrivò ai pantaloni, sganciò il primo bottone, ed introdusse la mano all’interno, cominciò a massaggiarmi il cazzo da sopra le mutande, e mi divenne ancora più duro di quel che non era.
    
    Uscì dai pantaloni per introdursi nelle mutande, e li, in mezzo alla pista cominciò a tirarmi una sega.
    
    Con tutto l’alcool che avevo bevuto dal pomeriggio era un miracolo che fosse diventato duro, non c’era problemi se si voleva divertire a segarmi, anzi, mi saliva solo più la voglia di sbatterlo su un divanetto e scoparlo li davanti a tutti.
    
    “Saliamo in camera da me?”. Dice lui.
    
    La festa era in un Hotel che aveva messo a disposizione due sale come discoteca.
    
    “Non so nemmeno come ti chiami”. Dissi sorridendogli per poi ribaciarlo.
    
    “Samuele”. Disse lui.
    
    “Jack”. Risposi.
    
    Mi prese per mano e mi trascinò via dalla calca di gente.
    
    Mentre andavamo via, qualcuno mi aveva preso l’altra mano, mi attirò a se e mi infilò la lingua in bocca. Mi staccai dopo due secondi, era un ragazzo biondo, alto più di me, con una canottiera strappata che mostrava il fisico palestrato. Gli feci l’occhiolino e andai via con l’altro.
    
    Mentre uscivamo dalla sala continuavamo a strusciarci e baciarci, a volte colpendo altri figoni che ...
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