-
NEL BAGNO
Data: 27/03/2019, Categorie: Hardcore, Autore: emme80
Le dita premettero sul bordo smaltato del lavabo. La decisione con cui le poggiò non nascose il tremore che la stava pervadendo. Era estremamente nervosa, agitata, ed eccitata. Incredula di trovarsi in quel bagno. In quella situazione.Ora alzati, e vai alla toilette. Le disse qualche minuto prima.Oddio, mi si è sbavato l’ombretto? Rispose un tantino allarmata.No, il tuo trucco è impeccabile come sempre. Vai alla toilette, voglio scoparti lì. Glielo disse calmo e pacato portandosi il tovagliolo alla bocca, con lo sguardo fisso sulla sua incredulità.Non era mai arrivato a quello, ma Roberta stava imparando a conoscerlo e sapeva che aveva lampi di voglia (lui li definiva così) come quelli. Quel che non sapeva era se a quel baleno di follia fosse capace di far seguire qualcosa di concreto.Nella loro intensa frequentazione virtuale iniziata mesi prima e fatta di messaggi in chat, si erano confessati un sacco di pensieri arditi e fantasie trasgressive. L’arrivare a metterli in atto era stato tutto un altro discorso; fino a quella sera in uno dei più rinomati ristoranti della città. Poteva essere uno scherzo, una frase buttata per scuotere il noioso monologo a tavola (gli stava raccontando dei suoi gatti, come era solita fare, erano una tra le sue tante passioni).Devi alzarti e andare in bagno, glielo ripeté scandendo le parole. Devi andarci, la fissò deciso, o questo nostro legame non andrà più da nessuna parte. A quelle parole e all’intensità dello sguardo che le accompagnava, ...
... non poté contrapporre l’idea di una semplice battuta. Di uno scherzo.Roberta si alzò e percorse il salone, invasa da un miscuglio di emozioni. Aveva paura, si sentiva frastornata. Si rendeva sempre più conto, mentre oltrepassava i tavoli occupati da eleganti avventori, che quella assurda idea fattasi ordine si stava realizzando e che allo stesso tempo, cosa ancor più folle, la stava eccitando.Ripetersi che poteva invece rivelarsi una burla le permise di arrivare alla toilette senza che le gambe le cedessero.Era davanti allo specchio, in quel bagno enorme e lussuoso. La piastrellatura in bianco regalava una straordinaria luminosità all’ambiente, offrendo di conseguenza una ben maggiore, e rischiosa, esposizione. Sorrise imbarazzata ad una signora affianco che si ritoccava il fard, lei ricambiò di rimando e uscì. Era sola e stordita, ancora incapace di chiarire a se stessa se potesse vivere quella situazione come una favola o un incubo. Le sue direttive erano semplici: contare tre minuti dall’istante in cui si fosse alzata dal tavolo e, allo scoccare del terzo, sfilarsi le mutande e divaricare le gambe.Era una follia. Non era possibile farle fare una cosa del genere. Andava bene se letta in un libro o vista in un film. Si poteva fantasticarla, goderne o sorriderci sussurrandola al telefono, ma arrivare a provarci davvero era da pazzi.Prese dei respiri profondi e in un attimo, senza realizzare quel che stava succedendo, delle dita, le sue, raccoglievano la stoffa della larga gonna ...