1. La festa in costume


    Data: 28/03/2019, Categorie: Lesbo Autore: fabrizio

    ... di testa - Si spogli, và, che è meglio… Qui? Beh, non essendoci camerini, qui o là è esattamente la stessa cosa - dice - a meno che non voglia spogliarsi in strada… sarebbe una bella pubblicità per il negozio, non trova? Mi sento arrossire le guance, mi volto, mi spoglio restando in reggiseno e mutandine e mi giro verso la donna. Questo sarebbe spogliarsi? - mi chiede ironica. Con una nuova vampata di rossore mi sfilo la biancheria; restare con le tette al vento ce la posso anche fare, ma il pube proprio no… mi copro con una mano. Ragazza mia, sei proprio incorreggibile - dice scostandomi fermamente la mano. Mi studia a lungo, poi mi chiede di girarmi, e dopo un lungo momento, di girarmi di nuovo. Mi propone un abito da damina veneziana del 700, a suo dire perfetto per il mio fisico; mi fa orrore solo il pensiero, comincio a sentirmi a disagio a stare come mamma mi ha fatta davanti al suo sguardo e mi propongo di provare questo maledetto vestito, dire che ci penserò su e fuggire da quell’antro inquietante. Frettolosamente lo indosso, mi rifletto nello specchio e sto prendendo coraggio per formulare le mie scuse quando la donna scuote le testa con disappunto. Cara ragazza - mi dice - non ci siamo, davvero non ci siamo; sei proprio una frana; non ti sai vestire, non ti sai spogliare, qui bisogna proprio cominciare dalle basi… Mi spoglia nuovamente e con lentezza mi riveste: le lunghe calze bianche - è seta, dolcezza, non nailon - dice, mentre fa scorrere le mani sul tessuto ...
    ... che teso mi inguaina le gambe; mi infila i mutandoni stretti alle ginocchia che mi solleticano piacevolmente le cosce e il sesso - cotone filato a mano; senti la morbidezza? - Il corpetto di cotone ruvido, che struscia contro i capezzoli… il colletto pieghettato, che mi soffoca un poco; poi il giacchetto, la lunga gonna plissettata che con mestiere drappeggia lungo le gambe; infine, con presa ferma, mi afferra le caviglie e guida i miei piedi nelle scarpe di cuoio nero con la fibbia argentata. E ora - aggiunge - anche se non è il mio mestiere, un po’ di trucco - la cipria pallida che schiarisce il volto, l’eyeliner che da’ profondità allo sguardo, il rossetto rosso fuoco che trasforma il taglio della mia bocca in una golosa fragola; l’immancabile finto neo sotto l’occhio destro. Con un paio di forcine, i capelli raccolti sulla testa e fissati con una pinza - è vero avorio! Ti piaci? - mi chiede conducendomi allo specchio. Sono sbalordita! Ma sono io, quella? Non ho parole - dico io. Mi sorride e mi chiede - perché una festa in maschera? Le spiego brevemente… la multinazionale… il ceo… l’investitura… Certo, capisco… ma perché partecipi? Resto interdetta… la carriera… la posizione… non posso rinunciare… Devi trovare un motivo valido. Ad esempio, il piacere - mi dice - il tuo piacere - sottolineando tuo - non capisci? Francamente no… Fai qualche passo… Passeggio… le calze strusciano una sull’altra alle cosce… i mutandoni mi accarezzano il sesso nudo… il corpetto mi solletica i ...