1. Gilda la sensazione di un attimo


    Data: 31/03/2019, Categorie: Etero Autore: lostesso

    ... piacevole.
    
    Non mi volto di scatto….il cuore batte forte…spero che succeda quello che penso.
    
    Mi giro e vedo lei. Statuaria. La mascella mi si stacca come nei migliori cartoni animati della Looney Tunes; “buongiorno” mi dice ed io, dopo che ho ricongiunto la mascella alla faccia, con salivazione accentuata, rispondo con un “buonasera” che già mi fa perdere 1000 punti subito.
    
    Deficiente di un deficiente….prima.....io qui io la, io su io giù, adesso.... te la fai addosso.
    
    Con uno sguardo misto fra compassione e stupore mi fa capire di essere interessata ad un paio di scarpe viste in vetrina. Gentilmente le chiedo di indicarmele, Lei si gira e ancheggiado va verso l’esposizione delle scarpe.
    
    Sono nel pallone più completo. Lo sguardo non si stacca dal culo mentre cammina verso la vetrina e, come il pubblico di una partita di tennis, seguo le sue anche come la pallina. Si ferma e indica il paio di scarpe che vuole vedere.
    
    “Ahhhhh, quelle…si…attenda un attimo vado a prenderle… si accomodi pure sulla sedia…che numero?” “36” risponde.
    
    Piede piccolo per la sua statura. Non capisco un granchè di moda, ha ragione la commessa, ma le scarpe che ha scelto mi piacciono.
    
    Rosse come la passione, di vernice, tacco alto e zeppetta.
    
    Ritorno, lei è lì, seduta a gambe accavallate.
    
    Ora riesco a vedere le cosce, non completamente, ma quello che vedo è esattamente quello che avevo immaginato.
    
    Mi avvicino e tiro fuori dalla scatola una scarpa.
    
    La porgo a…umhhh, devo ...
    ... darle un nome. La chiamerò siura Maria…no scherzo…Gilda…come nel film…la femme fatal.
    
    Allora dicevo….la porgo a Gilda che mi guarda stupita. Io la guardo ancora più stupito.
    
    Attimo di silenzio. Mi si gela il sangue…che ho fatto?
    
    Poi mi dice “ non me le mette lei?” .
    
    Dopo un attimo di disorientamento, mi riprendo.
    
    “certo…come no…non me lo chiedono mai”.
    
    “ c’è sempre una prima volta” risponde lei.
    
    Con la scarpa in mano mi inginocchio davanti a Gilda. Con la mano sinistra le prendo la caviglia…..e un brivido mi percorre la spina dorsale. Sento la calza fra le dita e giuro che faccio una fatica immane per rimanere calmo. Con l’altra mano le infilo la scarpa. Dio che bei piedi, curati , eleganti, affusolati ma minuti. Per un attimo vorrei baciarglieli ma rinsavisco in tempo. La scarpa scivola lentamente nel piede e vedo un piccolo sussulto in Gilda. Per infilarle la scarpa ho stretto un po’ di più la caviglia.
    
    Chiedo se per caso le ho fatto male e lei mi fa cenno di no. In effetti non ho stretto molto. Spero che quel sussulto sia per il mia mano che la toccava. Recidivo, eh! Smettila di sognare.
    
    Si guarda il piede ed alza leggermente la gamba. La gonna si alza quel minimo che mi fa intravedere tutto quello che i miei pensieri volevano vedere. Sono in apnea. Vedo la calza quasi interamente e intravedo uno dei gancetti del reggicalze. Sto male. Se non faccio qualcosa scoppio. Gli occhi non riescono a staccarsi da quella visione mentre lei, gamba tesa, gira ...
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