Il ritorno a lavoro.
Data: 06/04/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: mariuccia69
... dovevamo continuare a lavorare, i clienti e la signora Mariuccia aspettavano.
Mancava poco alla chiusura della pizzeria, sul lungomare i villeggianti ero rari, vista l’ora tardi. Mente io trasferivo le teglie sporche nel retro del laboratorio e pulivo il bancone, la Signora Mariuccia appartata, parlava sottovoce con Carmelo. La loro conversazione duro poco, la signora Mariuccia dopo aver finito di fare i conti di cassa, ci comunicò che aveva un impegno urgente e quindi quella sera dovevamo essere noi a chiedere la pizzeria. Non potevo crederci, la signora Mariuccia lasciava il campo libero. Ero sicuro che la chiacchierata sottovoce con Carmelo, nascondeva qualcosa che mi riguardava, ma ero felice che quella sera, io e Carmelo, eravamo soli senza la presenza ingombrante della proprietaria. Appena uscita la proprietaria, Carmelo abbasso a metà la saracinesca , chiuse la porta dal di dentro , si avvicinò e con voce profonda e dolce, mi disse che quella era la loro serata speciale, mi disse inoltre che per farlo contento dovevo spogliarmi nudo, indossare per lui le mutandine rosa di pizzo e aspettarlo nel retrobottega, sul divano. Ero titubante, ansioso ed intimorito, non avevo ancora messo a fuoco la situazione e non sapevo cosa sarebbe successo di lì a poco, ma ero curioso ed eccitato. Andai in bagno nel retrobottega, in trance mi spogliai guardandomi allo specchio, fu la prima volta che ci feci caso, il mio corpo era esile, fianchi stretti, gambe lunghe e natiche ...
... sporgenti, pochi peli ero quasi completamente glabro. Si, pensai ero più donna che maschio, l’unica cosa che disturbava era tra le gambe, era quel piccolo pisello moscio, con i relativi testicoli e peli. Provai a nascondere il tutto, trasferendoli e trattenendoli dietro, vicino al buchetto dell’ano, con le gambe strette. La visione allo specchio era di un femminuccia carina e sensuale, per completare il tutto occorreva qualche altro piccolo accorgimento. Non volevo crederci, ma cosa stavo facendo, a cosa stavo pensando? La mia immagine di femminuccia percepita nello specchio, il pensiero di Carmelo, del suo pacco rigonfio mi avevano completamente soggiogato. Il mio cervello sotto ipnosi, aveva subito uno stravolgimento, desideravo e volevo essere una donna. Nudo, con addosso solo le mutandine rosa di pizzo, a piccoli saltelli mi sono sdraiato sul divano assumendo una posa voluttuosa e per accentuare il mio stato di eccitazione, incomincia a ciucciarmi il dito medio. Mi resi conto, in quel momento che ero una vera femminuccia in calore. Carmelo il suo cazzo gonfio stavano dentro la mia testa. Sentivo la sua voce roca, mi faceva fremere. Carmelo era l'uomo che faceva venire voglia di essere accarezzato. Era l'autorità che mi avrebbe dato quello di cui avevo bisogno. Era il giovane dominante , ansioso e creativo di aver il controllo su di me. Dov’ era? Era proprio lì accanto a me. Mi stava sussurrando dolcemente nell'orecchio come lasciarmi andare. Dovevo dimostrare che era bello essere ...