Matteo capitolo quarto (parte prima)
Data: 08/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: DolceBsx
... abitavamo vicinissimi e i nostri genitori erano molto amici.
In Luglio andammo a fare un week end in un agriturismo con i nostri genitori e decidemmo di fare una passeggiata nell’entroterra mentre loro riposavano dopo il pic-nic che avevamo fatto in campagna. Ci addentrammo nella pineta e sbucammo presso uno stagno.
“Me ne è venuta voglia,” disse Carlo, sbirciandomi.
“anche a me,” ammisi, perché, come lui, avevo sempre i sensi in subbuglio e sembrava che non ne avessi mai abbastanza. Ci fronteggiammo, abbassandoci i pantaloni e le mutandine, poi cominciammo ad accarezzarci ancora in piedi.
“voglio farti provare una cosa nuova,” sussurrò spingendomi contro un albero e prima che potessi impedirglielo si inginocchiò, mi strinse l’uccello e gli avvicinò il viso.
“Cosa fai?” Chiesi piuttosto sbalordito.
“Vedrai com’è bello,” mormorò e senza darmi il tempo di reagire me lo prese tutto in bocca, assorbendolo fino a che il nasino non fu a contatto con il mio pube.
Cominciò a muovere la testa e io andai subito in orbita perché una carezza così non l’avevo mai ricevuta e mi sembrava di impazzire dal piacere. Venni in un tempo brevissimo e anche se non riuscivo ancora a emettere seme fu il più lungo e violento orgasmo mai provato prima e Carlo mi lasciò solo quando mi fui completamente quietato, anzi, dovetti essere io a spingerlo a staccarsi, perché non riuscivo più a sopportare la sua lingua che continuava a muoversi sul mio pisello.
Quando si rialzò mi fissò ...
... con occhi appannati: “ne ho una voglia da impazzire,” sussurrò, sdraiandosi a terra. Glielo presi subito in mano, perché capivo che aveva bisogno di sfogarsi, ma quando mi chiese di rendergli la carezza non ne fui capace e mi limitai ad appoggiargli il viso sul pancino masturbandolo con forza fino a che non lo sentii venire. I sobbalzi del suo inguine negli attimi che precedettero l’orgasmo spinsero il suo pisello contro le mie labbra e non mi allontanai, ma non ebbi il coraggio di prenderglielo in bocca e lasciai che si quietasse così, con le labbra a contatto del suo affare, ma chiuse.
Capitò ancora un paio di volte che mi succhiasse, ma io proprio non riuscivo a farlo, così a poco a poco ci allontanammo l’uno dall’altro e qualche mese dopo lo vidi in compagnia di un ragazzo più grande. Evidentemente pensavano di non essere osservati e non si erano accorti della mia presenza, perché camminavano tenendosi abbracciati e il maggiore gli aveva messo una mano sul culetto, così capii quale era la natura del loro rapporto. Capii anche che doveva essere stato lui a insegnargli quello che aveva fatto a me, perché è difficile ché l’idea di prendere in bocca un pisello venga spontaneamente e qualcuno deve pure insegnartelo...
-Ecco,- concluse Alessandro, -questo è stato tutto quello che ho fatto con un ragazzo.- Adesso anche lui aveva il viso arrossato, ma continuava a fissare il sederino dell’amico.-Questo coso mi da fastidio,- dichiarò Matteo, sfilandosi il tanga che minacciava ...