La favola di Claudia
Data: 14/10/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Harry Tuttle
... copiosamente nella bocca di Claudia, che per non soffocare iniziò a ingoiare tutto. Più ingoiava e più i fiotti di sperma caldo la colpivano il fondo della bocca. A quel punto Paolo si ricompose, tirò fuori un biglietto da visita e glielo porse: "ora sai cosa ti aspetta, ma ti avviso: hai fatto solo un piccolo assaggio. Se vuoi essere la mia troietta domani sera alle 21 ti aspetto a casa. Non tardare" e uscì dal bagno, lasciando Claudia ancora provata, in ginocchio sul pavimento. Il giorno dopo Claudia lo passò a lottare con sé stessa. A pensare a cosa potesse andare storto, ma si sentiva diversa. Sentiva l'esigenza di sentirsi ancora così, maltrattata e sottomessa da Paolo. Anzi, non solo da Paolo. Durante il giorno immaginò situazioni simili con altri uomini e questi pensieri la fecero morire di eccitazione. Provò a masturbarsi, ma suo padre la interruppe, presentandosi nel pomeriggio in camera sua. Si irritò parecchio e in quel momento prese la sua decisione: sarebbe stata la troietta di Paolo. Non poteva continuare a vivere quelle situazioni a casa sua, dove non si poteva nemmeno toccare, dove ogni santa sera udiva i suoi genitori scopare di gusto. Alle 21 spaccate Claudia era davanti alla porta di casa di Paolo in canotta, shorts e sneakers. Avrebbe voluto vestirsi più provocante, ma non avendo ancora la patente fu costretta a farsi accompagnare da Riccardo, che aveva sempre da ridire sul suo abbigliamento succinto. Ad aprirle la porta fu Paolo in jeans e maglietta, fu ...
... sollevata vedendo anche l'uomo in abbigliamento casual. Claudia entrò sorridente, ma Paolo aveva l'umore del giorno precedente. "In questa casa non puoi camminare Claudia. Mi dispiace, ma se vuoi passare qui la serata puoi muoverti solo in ginocchio o a quattro zampe." - "O-ok..." accettò imbarazzata la ragazza. Si mise a quattro zampe e faticò a seguire Paolo che si dirigeva verso il soggiorno. "Che hai fatto oggi di bello?" disse Paolo, che aveva riacquistato il sorriso. "Ho ripreso qualche libro in mano... ho ripetuto un po' matematica" mentì Claudia. "Quando ricomincia la scuola?" chiese Paolo, sedendosi sul divano del soggiorno. "Il 10 settembre" rispose la ragazza, in ginocchio davanti a Paolo. "Ok, abbiamo qualche giorno quindi..." aggiunse Paolo mentre tirava fuori da sotto il cuscino un paio di manette e una benda. Pose quest'ultima sugli occhi di Claudia e le incatenò i polsi dietro la schiena. Claudia ebbe un brivido di terrore, se inginocchiarsi fino a quel momento le era sembrato ridicolo, mentre veniva immobilizzata e privata della vista sentì la stessa sensazione della sera prima. A quel punto sentì dei passi attorno a lei. "Chi c'è?!" chiese agitata. Ci furono delle risate maschili. Claudia rimase ferma, sola con sé stessa, ma con tutti quegli uomini attorno. Respirò. Pensò "è quello che voglio?" Paolo capì che quel momento era catartico per la ragazza, si avvicinò al suo orecchio e sussurrò "Claudia, io non sono uno stronzo psicopatico. Ora tocca solo a te ...