ESTREMAMENTE LEGATA
Data: 14/10/2017,
Categorie:
Sensazioni
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: felina, Fonte: RaccontiMilu
"Buongiorno""Buondì! Dormito bene?""Certo, dopo ieri. Mi ecciti moltissimo."Dai miei 14 anni avevo capito la mia indole alla sottomissione. Mai avevo trovato nient'altro di più ecciante che il penisero della sottomissione ad un lui. L'idea di poter staccare il cervello, di dovermi abbandonare nella totale fiducia, di ricevere punizioni e gratificazioni, sì gratificazioni. Un bravo padrone si occupa della sua schiava, la conosce, sa dove può portarla, quale limite può raggiungere, è perciò che la schiava si deve fidare, altrimenti mai potrebbe trovare la forza di andare avanti quando la rabbia le monta dentro, quando l'umiliazione la corrode viva.Sono passati un pò d'anni, ma nemmeno troppi e un padrone l'ho trovato, adesso sono la schiava di un uomo molto brillante. Eravamo attratti inutile nasconderlo.La prima volta ci siamo visti ad un caffe, un luogo neutro per un primo incontro ma in cinque minuti eravamo in macchina sua. In altri cinque ero a casa sua nuda in ginocchio con le gambe allargate al centro di una camera piuttosto grande, mi ha detto che da quando mi conosceva aveva sognato questo momento, ci aveva fantasticato sopra, modificandolo per renderlo perfetto. Sapevamo entrambi sarebbe finita così. C'è l'ha nel sangue il controllo ed è fioccata una complicità intrascurabile."Sai, quanto ho preparato questo momento.." lo disse con un tono così calmo e tranquillo, pacato direi.".. tutti i particolari, come questo. L'ho preso dopo una scelta che ...
... è stata un'agonia per raggiungere la perfezione, ma penso che la pelle nera ti debba stare magnificamente" mentre lo diceva teneva in mano come se fosse cristallo un collare.Ho sempre sognato un collare da portare con orgoglio, un segno d'appartenenza, un legame indissolubile, un inizio del gioco. Effettivamente era stupendo non troppo sottile con un anello squadrato che gli dava eleganza sul retro vicino alla chiusura e davanti una piccola incisione color oro, come l'anello. L'appellativo cagna seguito dal mio nome brillava nella luce bassa della stanza. Un appellattivo di disprezzo, che a me dava pur tanta gioia."Lo vuoi?" se avessi avuto la coda avrei iniziato a scodinzolare. Non sapevo, non ne avevamo mai parlato come avrei dovuto chiamarlo? Padrone? Signore? E ora cosa gli rispondo? Beh, certo che lo voglio, ma quanto mi intrappolerà quest'uomo? E se poi preso dalla foga non mi lasciasse più andare via? Magari è un maniaco... Aiuto!"Si, padrone" mi uscì, dalle labbra con decisione senza che l'avessi comandato io mentre il mio battito accellerava. Si avvicinò e lessi che battuto sopra la scritta c'è n'era un'altra: "La mia". I caratteri erano in corsivo semplice ma molto eleganti, mi sentivo elegante anche io, nonostante mi fossi sempre reputata piuttosto goffa. Mi legò i capelli con dolcezza e poi li tirò, dicendomi che la prossima volta non avrebbero dovuto intralciarlo. Attimo di silenzio. Cosa devo fare? Dire di nuovo si padrone? Non sarò ripetitiva? ...