Squisita tortura
Data: 14/10/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69
... non devi parlare, se parli pensi." Mentre mi guardava negli occhi la sua voce profonda e ferma mi attirava verso un limbo di oceanica calma, il suo sguardo limpido, nonostante la scintilla di malizia, mi colmava, facendomi naufragare nell'oceano, come fossi senza peso, lasciando a lui il controllo.
Feci per rispondere, presi un respiro ma due sue dita si posarono sulle mie labbra. Il messaggio era chiaro, silenzio e sentire. La mia partecipazione non doveva essere attiva.
Non ero mai stato troppo bravo ad obbedire, quindi sebbene fossi rimasto zitto la mia lingua curiosa lecco le sue dita - signore il dolce sale delle sue dita - mordicchiandole, mi spinsi fino a succhiarle leggermente, mentre deliziosi brividi mi attraversavano la colonna vertebrale per arrivare fino al mio uccello.
Non mi fu concesso altro.
Con uno sguardo ammonitore Max tolse le dita dalla mia bocca, e con quelle stesse dita bagnate mi accarezzò la guancia, lasciando una bruciante scia di desiderio.
Mi riprese per mano e mi guidò fino al letto, lasciando giusto lo spazio perché potesse girarmi attorno.
Iniziò posandomi la mano sulla spalla, con leggerezza, sfiorandomi, inviandomi brividi ovunque. La sua mano passeggiò sulla mia schiena, scendendo dalla spalla, seguendo la linea della colonna vertebrale fino ad arrivare all'incavo sopra i reni per poi risalire fino alla spalla opposta. Sentivo il suo corpo vicino, il calore che irradiava, ma non mi toccava.
Solo la sua mano, solo il suo ...
... tocco. Mi cullava e mi accendeva.
Mi trasportava via, mi sentivo galleggiare, i sensi accesi ma a riposo.
La voce roca del cantante in sottofondo che viaggiava sui miei nervi, rendendo la mia pelle sensibile, bollente, là dove, ancora attraverso la mia camicia, la punta delle sue dita mi solleticava.
Poi un calore umido sul collo, la sua lingua, morbida, ruvida, che seguiva una linea da sotto l'orecchio, lungo il collo, fino al colletto della camicia.
Lui non si era mosso, era ancora dietro di me, sentivo il suo calore ma le sue mani avevano abbandonato la mia schiena per posarsi sul mio torace.
Mi sfioravano leggere, un dolce movimento a salire, dall'ombelico ai capezzoli, tocchi impercettibili, elettrizzanti che mi spingevano ad appoggiarmi alle sue mani, a chiedere di più. Ma loro, dispettose, si allontanavano, facendomi illanguidire, facendomi perdere il senso del tempo e della realtà.
Lo volevo, volevo Max, volevo sentire il calore della sua pelle, il suo peso sul mio corpo, ma era ancora un desiderio dolce, una cottura lenta, non una passione irrefrenabile e violenta. Mi lasciavo andare al suo ritmo, al suo volere. Mi lasciavo sentire, e non mi accorgevo della litania di sospiri, miagolii che mi uscivano dalle labbra a testimoniare quanto apprezzassi la sua presenza.
Poi il ritmo cambiò, tutto rimase permeato di dolcezza ma aumentò la velocità, le sue mani ballerine fecero presa, iniziò a spogliarmi, slacciando la camicia bottone per bottone.
La ...