Schiavi per sempre - prima parte
Data: 14/04/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Honeymark
Fino agli anni 70, le matricole dell’Università - così erano chiamati gli iscritti al primo anno – erano vittime del bullismo degli anziani.
Allora non era chiamato “bullismo” e non era così odioso come si legge nelle cronache di oggi. Niente violenze gratuite, furti, ricatti, minacce, botte, esorsioni… Solo mille servitù sessuali, questo sì, che le matricole dovevano sopportare in onore alla “superiorità” degli anziani. Azioni a volte anche invereconde, ma che le matricole sopportavano stoicamente perché – tempo un anno – e diventavano a loro volta i molestatori dei nuovi iscritti.
Oggi sarebbe condannato nella maniera più assoluta, ma allora veniva considerato un utile pegno da pagare per divenire anziani e le stesse autorità chiudevano un occhio e a volte due. Basti pensare che era stato raggiunto un accordo mai scritto per cui veniva stabilito cosa si poteva fare e cosa no. Qualche esempio.
Che la matricola venisse spogliata nuda era automatico; se veniva esposta nella vetrina di un negozio, alla strada doveva mostrare il culo, quindi i negozi che le ospitavano si riempivano di clienti che volevano vederle nude da davanti, perché non potevano coprirsi con le mani, solitamente legate dietro la schiena o al collo.
Che la matricola venisse palpata, pizzicata o altro, era nella natura delle cose. Ma l’uso della frusta era ammesso a condizione che non fosse una punizione, ma solo a fini educativi.
Quanto al resto, è presto detto. Sempre che ci fosse un capo ...
... (che doveva avere almeno tre anni di università), alla matricola si poteva fare questo: il sesso poteva essere toccato solo con la lingua; nel culo si poteva mettere di tutto fuorché l’uccello, in bocca solo l’uccello. Anzi, dato che la giurisprudenza di allora diceva che se una persona violentata riceveva in bocca l’uccello, l’accusa di violenza cadeva, tutte le matricole alla fine dovevano prenderlo in bocca per forza di cose. Punto.
Ciò premesso, ecco cosa mi accadde il primo anno di università, quando ero un matricola, molti e molti anni fa.
Io e un’altra decina di giovani eravamo appena arrivati alla segreteria dell’Università per conoscere gli orari delle lezioni, quando siamo stati catturati in massa da alcuni “fagioli”. Così venivano chiamati quelli del secondo anno, che potevano molestare le matricole solo in funzione degli anziani “veri”, quelli dal terzo anno in su.
Tutti noi, come ci era stato ampiamente insegnato, non abbiamo opposto resistenza, ma l’angoscia che ci dominava era terribile. Avevamo sentito dire di tutto e gli amici che si erano iscritti prima di noi ci avevano detto cose orribili. Ci siamo stretti l’uno all’altro come pecoroni in attesa della nostra sorte, mentre dal di là dei vetri della segreteria le impiegate si godevano la scena. Si divertivano anche oro alle nostre spalle.
Con un fare da caporali di giornata, i fagioli si divisero le prede, sicché io e un’altra ragazza venimmo presi da una coppia di lestofanti che senza troppi ...