1. Sabrina


    Data: 16/04/2019, Categorie: Etero Autore: Anteros

    ... facoltà e parlammo del più e del meno come vecchi amici.
    
    La invitai a cena per festeggiare di esserci ritrovati. Continuava a farmi presente che era impegnata con qualcuno e io continuavo a rassicurarla che non avevo secondi fini.
    
    Stavamo bene insieme. Ridemmo molto e il tempo passò senza che ce ne rendessimo conto.
    
    Finito di mangiare, passeggiammo nel parco, fino a ritrovarci accanto alla panchina dove avevamo passato tante ore da piccoli, sotto quel lampione dove le avevo insegnato a baciare.
    
    Sorrideva mentre le ricordavo quanto fosse goffa e impacciata. Disse che ora non lo era più. Non so perché ma le dissi che avrei voluto scoprirlo. Si ammutolì. Sapevo che avrebbe ripetuto che aveva un compagno ma non la lasciai parlare. La baciai sospingendola sulla panchina come tanti anni prima. Pomiciammo come ragazzini per un bel po’. Non c’era il corpifuoco, non dovevo dare spiegazioni a suo padre, come quando era piccola. Eravamo due adulti consenzienti ora e come tali entrammo a casa mia.
    
    Non c’era mai stata. Si guardò attorno. Rideva e diceva che non doveva essere lì. Aprii una bottiglia e bevendo iniziai a sfiorarle il collo con le labbra. Mentre le stavo vicino mi tornava alla mente tutto ciò che le piaceva e la faceva accendere. Ricordavo dove toccarla, i suoi punti deboli, ricordai cosa le sussurravo per farla sciogliere in sospiri. Non eravamo mai andati più in là di qualche bacio con la lingua e qualche toccatina, ma avevo imparato a conoscerla bene.
    
    Non ...
    ... oppose più resistenza. Si era dimenticata del suo ragazzo. Aveva occhi solo per me. Come una volta, pendeva dalle mie labbra. Potevo farne cosa volevo, completamente abbandonata al suo primo amore, di cui aveva piena fiducia.
    
    Si lasciò svestire e iniziò a sbottonarmi la camicia e baciarmi il petto. Ero così gonfio dentro i pantaloni che accelerai le cose mettendole una mano dentro le mutandine. Era la prima volta che gliela toccavo. Era calda e umida. Mi sorrise prima di riprendere a baciarmi con più enfasi.
    
    Si slacciò il reggiseno lasciandolo cadere a terra. Guardai i suoi seni di donna: anche loro erano cresciuti, si erano rassodati e ora erano duri e puntavano verso di me.
    
    Tolta la camicia sospinsi le sue mani sui miei pantaloni. Da piccoli, tante volte aveva infilato le sue mani inesperte nelle tasche di dietro, giocando a palparmi il sedere, ma adesso che eravamo grandi, era meno timida e si lasciò guidare sopra il mio membro, che sentendo la sua presa, stava per scoppiare.
    
    Nudi, finalmente. La guardavo senza respirare: non aveva certo un fisico eccezionale. Ne avevo avute tra le braccia di ragazze belle, qualcuna con la figa rasata, qualcun’altra con delle tette davvero grosse. Ma vedere ora lei, proprio lei davanti a me. Vedere dopo anni il suo corpo che ancora non conoscevo. Ero emozionato come un’adolescente.
    
    Anche lei era presa. Non voleva staccarsi da me, dal contatto con la mia pelle. Sembrava temesse che scomparissi, che scappassi o che fosse solo ...