1. Rozzo e maschio


    Data: 18/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    (Racconto n. 69)
    
    Ero un ragazzo di paese ma non uno qualsiasi perché ero figlio dell’avvocato. Ero il classico bravo ragazzo di buona famiglia: perfetto, carino e pulitino. Dopo le scuole medie andai al liceo scientifico della cittadina vicina ed ogni mattina ci passava a prendere il pulmino messo a disposizione dalla Provincia. Dico ci perché in paese c’era un altro ragazzo che frequentava la mia stessa scuola. Essendo coetanei, avevamo anche fatto le scuole medie insieme ma lui aveva un anno più di me e non avevamo mai stretto molta amicizia, anche perché lui era figlio di contadini.
    
    In verità, sin da quando ho capito la mia natura, lui mi piaceva molto. Era piuttosto rozzo nei modi e nell’aspetto. Aveva una struttura corporea più grande e più muscolosa della mia, dovendo spesso aiutare il padre nei lavori dei campi. Mi superava in altezza di almeno dieci centimetri, le mani grandi, pelo folto ed un profilo quasi scimmiesco che, ai miei occhi, lo rendeva molto virile.
    
    Accadde che al quarto anno venne bocciato e dovette ripetere, così me lo ritrovai in classe con me e fu allora che, essendo compaesani, ci sistemammo nello stesso banco e cominciammo ad essere amici. Ben presto la mia attrazione verso di lui gli fu palese e da lì, con gli ormoni adolescenziali che ribollivano, passammo facilmente alle vie di fatto.
    
    Quasi ogni giorno, dopo il rientro da scuola ed il pranzo, nel pomeriggio, andavo da lui e stavamo insieme fino quasi alla cena con la scusa dei ...
    ... compiti. Abitava in una casetta subito dopo il cimitero del paese, presso la strada comunale, circondata dal terreno del padre. Viveva solo con lui. Non ho mai capito la madre che fine avesse fatto: se era morta o se ne era andata quando lui era piccolo. Erano tutti un po’ reticenti sull’argomento e credo che la seconda ipotesi sia la più plausibile.
    
    Il padre non lo vedevo quasi mai, se non nel momento che rientrava dal lavoro ed io dovevo andare via. Era un omone alto, due spalle possenti e una muscolatura da fare invidia ad un body-builder ma molto più naturale. La barba quasi mai rasata. Indossava sempre gli stessi indumenti da lavoro: dei pantaloni sformati, sdruciti e stinti, sotto i quali si vedeva bene un pacco veramente consistente, ed una canottiera non meglio ridotta. Era completamente coperto di pelo, presente in abbondanza su spalle, braccia e mani, grandi e callose. Rozzo e più scimmia del figlio ma sempre gentile nei miei confronti. Insomma gli sbavavo dietro ma era troppo vecchio: avrà avuto circa cinquant’anni!
    
    Col figlio, invece, filò tutto liscio come l’olio. Dagli sguardi si passò alle carezze, sempre più intime. Andavamo a fare i porcellini sotto un grosso albero dietro la sua casa. In breve tempo, arrivai prima a carezzargli il grosso pene, che gli si induriva al solo contatto delle mie mani, poi a masturbarlo fino a farlo venire, poi a spompinarlo ed a ingoiare il suo gustosissimo succo e infine gli detti il culo e mi feci sverginare. Non sentii alcun ...
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