Rozzo e maschio
Data: 18/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano
... dolore, tanta era la voglia di lui e le volte successive fu sempre più facile.
Così, ogni volta che andavo (come ho detto quasi tutti i giorni), dopo aver finito i compiti (che avevano la precedenza), sotto quell’albero mi inculava forte ed a lungo, provando tutte le posizioni possibili. Qualche volta mi veniva in bocca ma il più delle volte si scaricava le palle dentro la mia pancia, e non una ma erano sempre almeno due scopate con relativo finale. Mi tenevo forte ad una radice dell’albero o appoggiavo una mano sul grosso tronco, godevo e guaivo col culo proteso verso di lui che mi montava con ferocia fino al grido liberatorio terminale. Sapeva che era così che mi piaceva essere preso e lui si sentiva più potente e maschio. Questo è quello che prova un vero uomo quando arriva a sottomettere un altro del suo stesso sesso. Risultato: ero più che allenato sia di bocca che di culo.
Ovviamente i nostri incontri continuarono anche dopo il diploma, anche se non c’era più la scusa dei compiti, però si fecero più radi sia perché io cominciai l’università e dovevo continuare a studiare e sia perché lui si era fidanzato con una ragazza del paese, anch’essa figlia di contadini. Quella non gliela voleva dare prima del matrimonio così lui si caricava i coglioni a smanettarle le poppe e poi veniva a scaricarli dentro di me e non potevo che esserne felice. Ufficialmente ci vedevamo ancora perché eravamo rimasti amici.
Un pomeriggio, verso le cinque, andai da lui ma stranamente, ...
... sul suo vialetto, mi venne incontro il padre, arrapante più che mai. Erano anni che non aveva una sua donna. Si diceva che era molto focoso di natura ed io, conoscendo il figlio, ci credevo, e che si sfogasse spesso con le puttane in città. Come avrebbe potuto farcela, altrimenti?
“Ciao Luigi. Vieni dentro, che ti devo parlare” mi disse e, voltatosi, mi precedette verso casa ed io lo seguii. Trovai strana la cosa ma non mi feci troppe domande. Una volta dentro mi fece accomodare su una sedia della sala-cucina che costituiva il fulcro dell’intera abitazione e si sedette accanto a me. Il cuore mi batteva. La sua vicinanza mi eccitava particolarmente.
“Bruno era certo che te ne saresti dimenticato. Lui adesso ha cominciato a frequentare un corso di informatica in città ed è uscito circa un’ora fa”.
“Ah, è vero, me lo aveva detto. Aveva ragione, io mi dimentico molte cose. Però non mi aveva detto quando avrebbe cominciato. Beh, allora me ne vado…” e faccio per alzarmi.
Lui mi mette una mano sulla spalla e mi fa sedere di nuovo, poi si avvicina ancora di più e me la mette su una coscia. “Ascolta figliolo. Voglio fare un discorso serio con te”.
Mi prese un colpo. Cominciai a sudare freddo. Ci aveva scoperti? Il figlio glielo aveva detto? Sarei stato sputtanato in tutto il paese. Come l’avrebbe presa mio padre? Sarei stato il disonore della mia famiglia. Proseguì. “Da tempo mi sono accorto di cosa fate voi due…”
Mi crollò il mondo addosso. Lesse il terrore nei miei ...