1. Laura, una sveltina.


    Data: 15/10/2017, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... (a modo mio). Mi avvicinai esibendo il mio sorriso migliore e chiesi se potevo sedermi accanto a lei. La giovane, il volto striato da due lacrime, annuì.E la fase 1 era fatta. Fedele al mio motto ricordavo la regola delle 5P, valida in qualsiasi ambito: Perfetta Pianificazione e Prevenzione Previene Pessime Performance.Pianificazione: cercare di essere delicato, spingerla a parlare, guadagnare terreno un momento alla volta, una parola alla volta.Prevenzione: avere una buona scusa per sedermi, qualcosa di credibile e di non necessariamente articolato. Le migliori balle sono quelle semplici.-Che vuoi?-. chiese lei, soffiandosi il naso. La domanda era avvolta in un malcelato tono di ostilità. -Mi sentivo solo.-, risposi. Era una mezza bugia.-C'&egrave un sacco di posto...-, fece lei. Era confusa, perplessa. Ora era come una partita a scacchi: mosse e contromosse.-Sì, con un casino di gente sorridente che guarda la tele e non bada alle parole di quello che ha di fianco.-, risposi.Lei annuì. 1-0-Che fai qui?-, chiesi.-Non si vede?-, rispose lei indicando la seconda bottiglia da 0,5 ormai vuota e chiamando il cameriere per averne un'altra, -Mi sto ubriacando di brutto.-.Non avevo mai fatto sesso con una tipa sbronza, &egrave vero che però c'&egrave sempre una prima volta e questa prima volta mi pareva molto, molto carina. Ora dovevo solo trovare un nervo scoperto.-Ci sarà una ragione se ti ubriachi... Com'&egrave che ti chiami?-. Sapere il suo nome. Importante, per non dire ...
    ... fondamentale.-Laura Carroccio.-, rispose. Non aveva chiesto il mio, anche perché non sarebbe servito: gliene avrei rifilato uno falso. Quella doveva essere una sveltina, nient'altro. Anche a Katherine avevo detto una delle versioni del mio nome, una delle tante ma una abbastanza vicina alla verità.Decisi di colpire: -Ma perché ti ubriachi, Laura?-, chiesi. Lei mi guardò malissimo. -Cazzo te ne frega?-, chiese in risposta.Ahi! Si stava chiudendo: dovevo rassicurarla. -Mi sembra poco salutare....-, iniziai, imbastendo la classica aria da timido bonaccione. Ecco un mio leggero pregio spesso visto male: la mia capacità di dissimulare. D'altronde, se tutti mentono, perché io non dovrei?Sul suo volto passarono emozioni a raffica. Alla fine si mise a piangere. Senza preavviso mi abbracciò, seppellendosi il volto nella mia giacca. La cameriera posò il drink e se ne andò, interdetta. Le battei affettuosamente sulla schiena, per consolarla. Era crollata: ora avrebbe detto la verità. Verità che mi avrebbe permesso di aiutarla... come sapevo fare solo io!Intanto il mio subalterno (pene) aveva iniziato a recepire la presenza di un'occasione. Per fortuna non portavo pantaloni attillati.Laura finì di piangere, si soffiò il naso, ingollò un sorso di quella che ritenevo fosse vodka e prese a raccontare.Ci mise due ore a dirmi che tutto il suo mondo era crollato in due settimane: l'anziana zia che l'aveva accudita sin dall'infanzia era morta. Priva della sua adorata zietta, aveva cercato conforto ...