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La Preda cap. 3
Data: 20/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss
... appoggiare a terra, non era in una situazione facile. La lasciò lì, legata, gemente ed immobilizzata, quindi uscì dalla stanza. Erano le sette di sera. Non andò via subito. Passando nel soggiorno, non visto aprì la borsetta di Anna e dal portafoglio tirò fuori la sua patente, se voleva poteva chiederle quelle informazioni e lei avrebbe risposto, ma lui non voleva chiedere. Non c’era dubbio, quello che leggeva era un cognome davvero importante, Anna era il suo nome vero, anche se ne aveva un altro ancora. Alberto considerò che se Anna voleva poteva davvero rendergli la vita difficile. Alberto non era preoccupato, uscì infine dall’appartamento borbottando: - cara Anna sarà un piacere domare una riccona come te. Ti renderò umile e servile come neanche puoi immaginare, tu pensi di giocare, ma vedrai che questa è una faccenda molto seria. - Anna era invece angosciata e sul serio. La posizione non era per niente comoda, cercava di stare in equilibrio senza rovinare con la faccia a terra ed iniziava a sentire dei dolorini in ogni parte del corpo, sapeva che sarebbero peggiorati, ma era anche furiosa e spaventata. Furiosa con quel bastardo che l’aveva abbandonata senza battere ciglio, senza neanche darle una vera palpata, era davvero umiliata, si domandò se era davvero quello che voleva. – Quel bastardo se la sta spassando con qualche bagascia da quattro soldi, mentre ha a disposizione me per la prima volta, calda e disponibile ad ogni suo desiderio. Bastardo, bastardo e bastardo, ...
... ma riuscirò a farti ragionare. – Anna era furente. Era anche terribilmente spaventata e per un sacco di motivi. Poteva sentirsi male ed era sola, il suo padrone poteva finire sotto una macchina e lei sarebbe rimasta incapace di liberarsi, poteva entrare un ladro e trovarla già nella posizione migliore per essere violentata. Smise di pensarci, ogni nuovo pensiero descriveva una situazione peggiore della precedente. Smise anche di agitarsi, poteva solo farsi del male e ne aveva già in abbondanza. Quando si calmò ripensò a quello che le era successo fino a quel momento. – Era quello che volevo – si disse, - non voglio essere trattata con i guanti, altrimenti dov’è il divertimento, e sapevo anche che c’era una concorrente. Devo conquistarlo. – Pensò che nonostante tutte le condizioni che gli aveva messo, lui pur senza contraddirle, aveva comunque fatto quello che voleva, allora ritornò ad eccitarsi ed a bagnarsi, se solo si fosse potuta toccare …, ma quel bastardo l’aveva legata proprio come un salame. Ritornò verso le undici e la tastò tra le gambe, la trovò spossata e bagnata in basso, il viso sfigurato ed il trucco disfatto, era sudata ed eccitata. Era positivo. Sciolse la corda dalla spalliera e la sganciò anche dal davanti, lei ritornò diritta dolorosamente, gemendo e mugugnando attraverso il bavaglio, ma felice di poter distendere i muscoli e la schiena, anche se continuava a stare in ginocchio. – Ora ti leverò la pallina dalla bocca – le disse, - ma tu non dovrai parlare. ...