Ma che collega…!!!
Data: 20/04/2019,
Categorie:
Trans
Autore: giannitom
... collega sposato, non vorrei essere responsabile di qualche matrimonio che va in crisi”.
In attesa del giorno dopo ho passato una serata in ansia, e puntualmente la mattina dopo alle 9 ecco che vedo Laia che ancheggiando si avvicina alla mia scrivania e con un sorridente: “ciao”, mi illumina la giornata; ho cercato di concentrarmi sul lavoro ma, il suo profumo, il suo alito, il suo strusciarsi, anche inconsapevolmente, mentre guardavamo alcune pratiche, mi hanno messo addosso un’agitazione incredibile, mi sembrava di essere un’adolescente!
Devo dire che era abbastanza preparata, ovviamente doveva assimilare solo i nostri metodi di lavoro e poi sarebbe stata una collega molto efficiente, mi ha raccontato che aveva lavorato in Olanda per due anni prima di trasferirsi in Italia e che poi aveva lavorato presso uno studio notarile, ma il lavoro non gli piaceva e quindi aveva inviato il suo curriculum alla nostra azienda e dopo una settimana era stata chiamata e poi assunta.
Finalmente arrivano le 13 e gli chiedo: “mi fai compagnia per il pranzo?” e lei: “con piacere”, e per evitare colleghi rompiballe, l’ho portata in una piccola trattoria verso piazza Castello, ci sediamo uno di fronte all’altro e mentre pranziamo chiacchieriamo del più e del meno così facciamo conoscenza sui nostri gusti, ambizioni, desideri e quanto insomma si fa con gli amici quando si è a tavola e, più la guardo, più mi accorgo che mi attira nel conoscerla più approfonditamente, però c’è qualcosa ...
... che mi sfugge in lei, intuisco un suo lato misterioso e nascosto.
Rientriamo in ufficio, e riprendiamo in un clima di amicizia il lavoro, verso le 16 riceve una telefonata e intuisco che sta parlando con una sua amica, mi guarda e sorride maliziosamente, riattacca e mi dice: “era la mia amica, con la quale convivo, ed è un’ottima cuoca, gli stavo parlando di te e che pensavo qualche sera di invitarti a cena e, dato che lei oggi ha già staccato dal lavoro, potrebbe cucinare un piatto tipico e quindi proponeva di invitarti stasera, ti va?”.
Io un po’ sorpreso gli dico: “affare fatto, però mi dai il tempo di rientrare a casa a farmi una doccia”, subito lei: “se ti va la doccia la puoi fare da me”, sempre più stupito da tanto ardire non posso che dire: “ok se non disturbo”, “ma figurati! Dammi il cinque”.
Alle 19 stacchiamo, usciamo prendiamo la Metro line Rossa e andiamo verso la zona di Porta Venezia e ci facciamo una camminatina di 300 metri, Laila abita una bella palazzina ben tenuta, in un vicolo laterale di Buenos Aires verso la Stazione Centrale, entriamo, prendiamo l’ascensore sino al terzo piano, usciamo e Laia suona proprio il campanello dell’appartamento di fronte.
Sentiamo la porta aprirsi e mi trovo di fronte una bellezza sudamericana, non più giovanissima ma molto attraente, pelle ambrata, due labbra che ti eccitano solo a guardarle la bocca, lei si accorge che sono rimasto un po’ imbambolato: “ciao Gianni, sono Paula, che c’è? ti aspettavi qualcosa di ...