La geisha- L’Amore
Data: 15/10/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Cassandra, Fonte: EroticiRacconti
... si cambiava posizione e lei a metà del rapporto iniziava a cavalcarlo. Raggiunsero l’orgasmo insieme, per poi crollare stremati e fradici di sudore. Dopo il sesso, i due amanti si dilungavano in baci e coccole e Giovanna si sentiva al sicuro tra le braccia di Francesco. “Giovanna, Giovanna, tu fai del sesso un’arte”, mormorava lui. Spesso, durante i fidanzamenti di lunga durata, il sesso può perdere d’intensità. Tra loro accadde il contrario. A poco a poco, i due amanti divennero sempre più complici e sperimentarono cose nuove. Non vi erano segreti tra i due, né inibizioni. Dedicavano molto tempo alle sinuose carezze e ai baci languidi. Lei gli offriva volentieri la sua bocca perché vedere il suo godimento, fonte di piacere anche per lei. Amava dapprima coccolare i suoi testicoli a lungo, poi gli leccava il pene e, dopo averlo afferrato tra le sue labbra carnose, lo succhiava avidamente. Allo stesso modo lui le donava la sua lingua che con estrema delicatezza le penetrava la vagina e stimolava il clitoride. Gli amanti giocavano spesso anche con le urine. A volte lei si sedeva sul suo fondoschiena, lui se ne stava sdraiato a pancia sotto nella grande vasca da bagno della casa romana. Lei urinava poco alla volta sulla sua schiena. Altre volte era lui a farle colare pioggia d'oro il tra i seni e se la sentiva scendere verso l'inguine. Nonostante un’iniziale riluttanza, Giovanna aveva praticato con Francesco anche dell’ottimo sesso anale, scoprendo così nuovi piaceri che il suo ...
... corpo era capace di darle. Il loro legame era anche artistico. Spesso recitavano i versi delle opere teatrali. Adoravano entrambi “Casa di bambola” di Ibsen. Giovanna vestiva i panni di Nora e Francesco quelli di Torvald. Già quando era ancora un’adolescente, Giovanna aveva letto l’opera e le era sembrata un’assurdità. Più andava avanti con gli anni e più comprendeva Nora e la sua terribile scelta di lasciare i suoi bambini e una vita che non sentiva sua per ritrovare se stessa e la sua identità di donna. Finita la scuola di recitazione, entrambi presero a recitare in una compagnia di teatro formata da giovani e promettenti attori. Una sera mentre cenavano a casa, lui le porse un anello zaffiro oro bianco e, inginocchiandosi, le sussurrò: “Diventeresti mia moglie? Io non voglio nulla più che questo nella mia vita!” Lei pianse dalla felicità e accettò. Era quello che desiderava anche lei più di ogni altra cosa. Ogni volta che ripensava al giorno del suo matrimonio, le si straziava il cuore. Il sole brillava nel cielo azzurro di Napoli, la sua casa era in festa. Parenti e amici, tutti felici di accompagnarla in chiesa. Il messaggio di lui “Ti aspetto all’altare”, il book fotografico nella casa dei suoi genitori, i fiori, sua madre col vestito turchese e suo padre con gli occhi lucidi per la gioia. E sua nonna Giovanna, lì presente nonostante l’età avanzata e le sue cagionevoli condizioni di salute. Quando però arrivarono nei pressi della chiesa, c’era il testimone di lui vicino ...