1. Passeggiata nel parco (3)


    Data: 26/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    ... perdonare?”.
    
    “Beh, magari facendoci godere come si deve… Sai quella roba posticcia ieri sera non ci ha soddisfatti molto…”, ammicca il biondino.
    
    Fiuuu!!! Se l’è bevuta!
    
    “Allora continuate a strusciarvi, ché io mi metto comodo sulla sedia a guardare lo spettacolino”, dice Knut.
    
    Mentre lui si accomoda, noi riprendiamo a baciarci e a contorcerci l’uno su l’altro. Ogni tanto lanciamo uno sguardo voglioso all’energumeno e a poco a poco il suo cazzone si indurisce fino a diventare bello dritto e tosto.
    
    Di colpo Pino mi spinge via, facendomi quasi cadere dal letto, allarga le cosce, si bagna il buco e implora Knut: “Dai, amore! Vieni a sbatterti la tua troietta!”. Quello non si fa pregare e, saltando sul letto, si carica le gambe del suo ragazzo sulle spalle e lo perfora con un solo affondo. Il corpo di Pino sussulta, squarciato dalla verga di Knut, e quando ricade lui mi guarda con un’occhiata di intesa. Sta elaborando un’altra sceneggiatura! Vuole giocare con quello stallone! Bene, non mi farò certo pregare!
    
    Mentre l’energumeno violenta Pino con la foga di un animale, io scendo dal letto, vado verso la parete, ci appoggio le mani e mi piego a 90 gradi. Alzo una gamba e la appoggio sulla sedia. Poi, protendendo e agitando il culo, richiamo l’attenzione di Knut: “Ehi, stallone! Guarda cosa ho qui per te! Vieni a prenderlo! È tutto tuo!”, e mi afferro una chiappa e me la schiaffeggio, eccitando Knut.
    
    Lui, si volta di scatto e, ancora ansimante, si sfila da Pino ...
    ... strattonandolo e corre da me. Piega un po’ le ginocchia, si afferra il cazzo e mi impala, sbattendo con forza il suo ventre contro le mie chiappe. Con movenze da troia, stacco una mano dal muro e gli cingo il collo, attirandolo a me per baciarlo. Così, mentre mi fotte come un forsennato, io gli pianto la lingua in gola, aumentando la sua libidine.
    
    “MMMMMM, che stallone che sei! E che cazzo grosso! Non me lo ricordavo così!”, lo incoraggio, e i miei complimenti sulla sua dotazione lo fanno infoiare ancora di più.
    
    “Amore!”, lo chiama Pino, d’un tratto. “Ma cosa fai? Io sono qui che ti aspetto!”. Knut si gira verso Pino e vede che è sul letto a pecorina che dimena il culo. Con la bava alla bocca, esce da me dilaniandomi per la velocità del movimento, salta sul letto, si accovaccia dietro il biondino, si piega in avanti appoggiandosi sulle mani e infilza Pino con un colpo secco. Quello viene proiettato in avanti e caccia un urlo profondo di dolore e godimento insieme. Knut lo trivella come se cercasse il petrolio e intanto io monto sulla poltrona, appoggio i piedi sui braccioli e le mani sullo schienale rivolto verso l’alto, e così, in posizione da granchio, attiro nuovamente l’attenzione dello stallone: “Ehi! Ma ne hai ancora per molto lì? Lascia perdere quella mezza calzetta e vieni a farti una vera vacca!”.
    
    Lui si volta: è sempre più gasato. I suoi occhi sono rossi e la sua bocca schiuma. Abbandona Pino e si butta addosso a me, stringendomi con forza e attaccandosi ad ...