Un sogno bagnato
Data: 26/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: passepartout
Sono un’infermiera, una moglie, una madre. Ho circa trent’anni, capelli rossi e lisci, la gravidanza mi ha lasciato in regalo una misura in più, ma mio marito e gli occasionali corteggiatori, dicono che mi doni e che non ha minimamente alterato il mio fascino, anzi, forse ha accresciuto la mia sensualità. Sono una donna realizzata, anche se alla mia età è presto per fare bilanci consuntivi, ho ancora molto da fare e da vedere, i miei cuccioli rappresentano la mia vita, ma sono pur sempre una donna, con le proprie pulsioni. Non ho mai avuto un grande rapporto con i computer, però da qualche tempo ho iniziato a chattare, prima per gioco, adesso per far volare la mia fantasia. Ho constatato che dietro quei nick, spesso improbabili e quello schermo latteo, si nascondono delle persone come me, che vibrano e mentono, raccontano e ascoltano. Ho conosciuto così, Lothar, un ragazzo romano della mia stessa età, che mi ha affascinato con le sue parole e il modo cordiale, intrigante e fermo di porre quesiti. La prima volta che l’ho incontrato, ero con Silvia, una mia collega, avevamo il turno di notte, era luglio o agosto, non ricordo bene, fu lei a cominciare la discussione, io seguivo distrattamente. Silvia non aveva mai chattato e sembrava presa da questa situazione, io scrissi qualcosa soltanto quando la discussione aveva preso un indirizzo simpatico e curioso, Lothar, aveva cominciato a porci domande personali, ogni tanto faceva battute con doppi sensi. Tirammo fino alle 2.00, poi ...
... si congedò, la mia collega rimase con gli occhi brillanti per il resto della notte e per i giorni successivi, qualcosa aveva fatto breccia dentro di lei, io fui più fortunata, perché qualche sera più tardi, lo incontrai di nuovo. Mio marito era di turno all’ospedale (anche lui è infermiere, nel mio stesso reparto) e il Mago, come lo avevo soprannominato la prima sera, perché aveva dimostrato doti d’intuito non comuni, si ricordò il mio nick, parlammo molto, fino a giungere di nuovo all’argomento sesso, chiesi lui qualche informazione, sulle sue esperienze, sulle donne, ma come in un quiz, tutto ciò che chiedevo, mi ritornava indietro sotto forma di domanda. Alla fine, ricordo solo che avevo il perizoma bagnato, la mano lasciva infilata dentro la mia fica e la schiena indolenzita. Avevo fatto sesso virtuale, era stato magnifico, avevo sentito veramente la sua lingua dentro di me, il suo fallo che godeva di ogni centimetro del mio corpo, la sua bocca sui miei capezzoli. Cominciammo a sentirci con regolarità, ogni volta che mio marito era di notte, mi preparavo per il nostro incontro, ed era sempre un piacere mentale e fisico, iniziai a sognarlo, immaginarlo, desiderarlo mentre mi toccavo nella doccia, chissà cosa avrei fatto se avesse abitato dalle mie parti. In ospedale, durante le mie notti, non potevo lasciarmi andare, perché Silvia, dopo la sbandata di quella sera, continuava a dire che la chat rovinava i matrimoni, e la condivisione dei colleghi con mio marito mi aveva resa ...