Un sogno bagnato
Data: 26/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: passepartout
... guardinga, così decisi che avrei parlato col mio romano solo nella tranquillità di casa, al riparo da spiacevoli sorprese. Adesso è qualche giorno che non ci possiamo sentire, perché mio marito è in ferie, chissà cosa starà facendo, se la sera in chat troverà qualcuna con la quale fare sesso virtuale, ammetto di essere un po’ gelosa, lo so non ha senso, però lui riesce a farmi sembrare unica, in quel momento sono la sua donna, non c’è nessun altra e questo mi piace, ma quando ci sentiremo, ho intenzione di raccontargli il sogno che ho fatto proprio stanotte. Sono convinta che si ecciterà molto, nel frattempo lo scriverò qui, così lo utilizzerò per masturbarmi quando ne avrò voglia. Lui era venuto in ospedale per una serie di analisi, l’avevamo accolto io e Silvia, era stato molto garbato, non era un tipo aitante, ne muscoloso, ma aveva il suo fascino. Intanto la voce, calda, profonda, scandiva le parole con lentezza, sembrava risucchiarti in un vortice. Era solo in camera e specie durante il turno di notte, quando gli altri pazienti erano tranquilli, entrambe ci accomodavamo nella sua stanza e parlavamo di tutto. Una sera arrivai in ritardo, Silvia mi squadrò con aria severa, lei è sempre così precisa e rigida che a volte sembra un militare, sarà il retaggio delle arti marziali, che ha praticato per molti anni. Mi cambiai in fretta e mi resi conto solo dopo che non avevo indossato gli slip, così mi sentivo imbarazzata e goffa nei movimenti, perché temevo che tutti se ne ...
... potessero accorgere. Quando mi sedetti nella sala delle infermiere, la cucitura dei pantaloni finì proprio nel bel mezzo delle grandi labbra, sul momento provai dolore, poi sistemandomi meglio, iniziai a provare pure piacere, la cucitura strusciava sul clitoride e in pochi minuti, mi bagnai completamente, abbassai lo sguardo e vidi una chiazza trasparente sul cavallo della divisa, ero immobilizzata. Silvia, finì il giro e mi disse che potevamo andare a fare visita al romano, le chiesi di andare avanti, l’avrei raggiunta. Andai in bagno, tirai giù i pantaloni e mi toccai, le dita erano ricoperte di densi umori, le annusai e quasi venni seduta sul water, ero eccitatissima, andare nella stanza del nostro paziente preferito, non mi sembrava un’idea opportuna in quello stato, ma non potevo inventare scuse. Quando entrai, Silvia era riversa sopra di lui, stava applicandogli il termometro all’inguine. Mi spiegò che era caldo e sembrava avesse la febbre, aspettammo qualche minuto e poi mi accinsi a togliergli il termometro, ma evidentemente, qualcosa aveva scatenato una violenta erezione, così mi trovai faccia a faccia con il suo fallo eretto, lui ammiccò ed io mentre estraevo il termometro dall’inguine, strusciai contro il muscolo pulsante e caldo, un brivido mi corse lungo la schiena, lo afferrai e cominciai a masturbarlo, lentamente, i gemiti di lui, attrassero l’attenzione di Silvia, che nel frattempo era intenta a leggere la cartella clinica del paziente. “Ma cosa stai facendo?” ...