Un sogno bagnato
Data: 26/04/2019,
Categorie:
Etero
Autore: passepartout
... mormorò raggiungendomi accanto al letto, “Non ho potuto resistere, non vedi come è duro?” le bisbigliai in un orecchio, “Lo vedo, anche piuttosto lungo. Cosa hai in mente di fare?” mi chiese andando alla porta chiudendola a chiave. “Adesso ti faccio vedere…” m’inchinai sul cazzo e cominciai a leccarlo, la cappella scarlatta era calda, la mia mano lo stringeva sentendo le vene pulsare nel palmo, lo ingoiai completamente, mentre sentivo fra le cosce la mano di Silvia, che mi stava strofinando lo spacco da sopra i pantaloni, le allargai, per permetterle di essere più libera, mentre continuavo a succhiare il rotolo di carne del mio desiderio romano. Mi slacciò i pantaloni e li tirò via, accorgendosi che non indossavo gli slip, la sua faccia sorpresa, si aprì in un sorriso subito dopo, s’inginocchiò e cominciò a leccarmi, passava la sua calda lingua fra le mie piccole labbra, di tanto in tanto la spingeva dentro, suggendo il mio nettare pungente. Il romano mi fece fermare, non voleva venire con la mia bocca, si alzò dal letto e finì di spogliarsi, lo seguimmo pure noi, adesso eravamo nudi e accaldati, sperammo che nessun campanello interrompesse quel momento. Mi fece mettere prona sul letto e dopo essersi fatto succhiare da Silvia, che dimostrò una sapienza che non le conoscevo, si mise dietro di me, lasciando scivolare la sua verga nel mio povero buchino, soltanto mio marito lo aveva violato e non l’avevo trovato troppo soddisfacente, ma il romano ci sapeva fare, lo spinse molto ...
... lentamente, continuando a massaggiarmi il clitoride, fino a quando Silvia non sostituì le sue dita con la lingua, allora mi sembrò di sciogliermi, sentii le mie natiche allargarsi e il suo cazzo scivolare dentro senza più ostacoli, stava riempiendo lo spazio nel mio intestino. Si muoveva lentamente, a differenza della lingua della mia collega, che sembrava vibrare dentro la mia fica come un mestolo nel brodo del piacere, non tardai a venire, mentre le mani del paziente si occupavano con solerzia dei miei seni, gonfi di piacere e pronti ad esplodere. Non venne nel mio culo, si sdraiò sul letto e fece accomodare su di lui Silvia, che col suo corpo flessuoso cominciò a dimenarsi come una cavallerizza indemoniata, mentre mi baciava con voluttà, ma quello che volevo era leccarla, il mio desiderio represso, doveva trovare sfogo in questo intreccio di corpi, così cercai di farla scendere dal trono di carne sul quale si trovava, iniziando a leccarle la fica nera e rada, gemeva come immaginavo avrebbe fatto, in una situazione simile, si stava rivelando la sua vera natura. Il mio desiderio romano si mise dietro di me e questa volta entrò dentro, carezzando con il dorso del suo membro ancora duro il mio clitoride paonazzo, ebbi un orgasmo appena arrivò in fondo, così quando alla fine di una cavalcata breve ma intensa esplose dentro di me il suo caldo seme, venni ancora, insieme a Silvia che strillò così tanto che dovemmo metterle una mano sulla bocca, per evitare che gli altri pazienti ...