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Marito cagna, moglie innamorata!
Data: 29/04/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Cassandra666
... velluto che si srotola sulla mia lingua. Succhio senza versarne neppure una goccia, o così mi sembra. Perché non riesco proprio a staccare la mia bocca da te. Continuo a succhiare. La tua cappella non vuole che io la lasci andare. È ancora così dolce, morbida, vellutata. Non potrei mai dividerla con nessuno. Lei è mia. Tu sei mio! Non mi accorgo neppure che la jeep si è allontanata, tanto sono persa nel mio succhiare e nella carezza della tua mano che mi sfiora la testa. Mi sento una regina, inginocchiata adorante davanti al suo re. Aggrappata ai tuoi fianchi, come un naufrago a un tronco. Non mi ero accorta di stringerti così forte. Lascio sfuggire la tua cappella dalle labbra, ma solo perché tu ti chini a sfiorarmi le labbra. E quel bacio gentile si trasforma in un impeto di passione, mentre ancora il tuo respiro è accelerato, insieme al mio. Sulla mano mi scivola una goccia, deve essermi sfuggita dalle labbra nella foga, ma subito la lecco. Non me la faccio sfuggire. Di te devo bere ogni cosa. Mi prendi la mano e mi sollevi. Mezzi nudi e scarmigliati ci guardiamo negli occhi. L’emozione incontenibile e indescrivibile ci pervade. Ci stringiamo, come chi si è finalmente ritrovato. Non vorrei lasciarti, ma tu devi andare. Ed io ...
... devo tornare da quella cagna di mio marito per liberarlo dalla sua condizione e verificare i danni. Ma non ho pensieri che per il mio amato. Ci separiamo a malincuore. Con la promessa che la prossima sarà ancora migliore. Salgo i gradini di casa e nella penombra Bobby si solleva venendomi incontro scodinzolando piano. Lo accarezzo mentre accendo le luci. La camera da letto è in penombra immersa nel raggio della luna. Mio marito solleva appena lo sguardo quando entro. Il suo viso è sfinito e la sua posa scomposta. La schiena segnata dagli artigli e la pozza dietro di lui mi dicono che Bobby ha fatto il suo dovere. Mi avvicino per slegare la cagna e nel liberarlo dalle manette gli sfioro la schiena e poi una guancia. Lo guardo con tenerezza. Ce l’ho ancora nel cuore, dopo il pomeriggio d’amore appena trascorso. Mi sento magnanima anche verso di lui. Prendo l’unguento per i graffi e inizio a stenderlo delicatamente sulle ferite. Lo sento sospirare, mentre non fa un gesto, non una mossa per cambiare posizione. Resta così, inginocchiato con le braccia lungo i fianchi, il viso poggiato sulla sponda morbida del letto. Lo accarezzo lievemente mentre spalmo l’unguento… Chiude gli occhi completamente esausto e in un sussurro mormora… ti amo..