1. La mia priva volta da passivo


    Data: 29/04/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: ragusahot

    ... scritto mia sorella, mia mamma è in ospedale, mio papà l’ha massacrata di botte ancora.”
    
    Tutti gli altri si fermarono, l’unico rumore era quello delle docce rimaste accese che scorrevano a vuoto.
    
    Nella drammaticità della frase, la scena risultava estremamente sensuale, arrapante, sexy, hot, quel cazzo che volete: una dozzina di bei ragazzi sulla 20ina alcuni nudi, altri in mutande, erano tutti lì a distanza ravvicinata, corpi lucidi di sudore o bagnati con goccioline d’acqua, altri ancora un po’ insaponati, alcuni leggermente villosi, altri perfettamente lisci, glabri, bei pettorali ed alcuni superaddominali di marmo, per non parlare dei cazzi che ciondolavano tra le gambe…
    
    Dopo i vari “Cazzo se mi dispiace, cazzo che robe, e adesso? Come sta? Lo dovete denunciare…” la situazione si fece rallegrando, anche per tirargli su un po’ il morale.
    
    Usciti dal palazzetto, lo vidi un po’ pensieroso.
    
    “Che fai?” Gli chiesi.
    
    “Passo in ospedale, ma mi faranno stare poco vista l’ora, poi passo da casa, prendo due cose e vado da mia nonna, con quel coglione di mio papà non ci sto.”
    
    “Se vuoi venire da me, i miei sono via per il weekend, se non vuoi stare dai tuoi nonni.”
    
    “Ci penso, per ora puoi darmi un passaggio a casa?”
    
    “Ok.”
    
    In macchina regnò il silenzio. Cosa dovevo fare? Non eravamo grandi amici, e non sapevo cosa potevo chiedere e cosa no. Tutti sapevano che il padre era un brutto ubriacone, balordo di merda che picchiava la moglie e forse anche la figlia. ...
    ... Lui non lo aveva mai toccato, era il piccolino di casa, e se lo avesse fatto ce ne saremmo accorti tutti in doccia. Fortunatamente iniziò a parlare lui e mi raccontò un po’ di cose sulla sua famiglia, che tralascerei.
    
    Arrivati a casa gli chiesi se voleva una mano a prendere delle cose per sua madre e sua sorella che avrebbe passato lì la notte. Mi disse che se la sarebbe cavata da solo. Ed entrò in casa.
    
    Tempo 5 minuti uscì un po’ di corsa con delle borse. Non gli chiesi nulla, sapevo mi avrebbe detto lui qualcosa, e così fu. Mi raccontò della pietosa scena di suo padre, e tralascerei anche questa. Non entrai nemmeno all’ospedale, non mi sembrava veramente il caso.
    
    “Ti aspetto qui dai.”
    
    “Ma no tranquillo, vai pure a casa, me ne torno a piedi dai miei nonni, non stanno lontanissimo.” E se ne andò senza nemmeno darmi il tempo di farmi parlare.
    
    Decisi di aspettarlo lì, mi sembra giusto farlo, anche se non eravamo amici e non ci conoscevamo poi molto.
    
    Passò quasi un’oretta, e passò veloce.
    
    Lui uscì e non appena mi vide fece un bel sorriso. Si avvicinò e mi disse: “Che testa di cazzo che sei, proprio come in campo, tutto l’opposto di quello che ti si dice di fare! Ti avevo detto di non aspettarmi.”
    
    “Dai dai, sali che ti porto dai tuoi nonni.”
    
    Salì in auto e dopo circa un paio di minuti gli rifeci la proposta di stare da me.
    
    “Quasi quasi… sinceramente di stare dai miei nonni che avranno un musone per mia mamma non mi va, diranno sempre le stesse cose. ...