Con un temporale così, non si può andare in bici
Data: 01/05/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Ilpiaceredelgioco
... Anna, che fino ad allora aveva assistito alla scena al coperto, e poi si era precipitata ridendo fino alla macchina, salendo addosso a Loredana.
Eravamo tutti e tre bagnati, io più di tutti, ma tutto sommato ci veniva da ridere…
“Anna, se non ti dispiace, Federico accompagna prima me perché ho un appuntamento importante con mia sorella a casa mia. Devo darle dei documenti che deve portare al notaio.” disse Loredana.
“Ok, non c’è problema, io non ho fretta, ho un treno ogni venti minuti.”
Partii verso casa di Loredana, seguendo le sue indicazioni. Dopo una decina di minuti arrivammo al suo portone, ma non c’era posto per parcheggiare vicinissimo, riuscii a fermarmi a una ventina di metri. Continuava a piovere forte, ma Loredana voleva scendere subito e portarsi la bici, così – incurante dell’inzuppata che mi aspettava – scesi dalla macchina e l’aiutai a prendere la bici e a portarla fino dentro il portone di casa. Entrati nell’atrio, gocciolanti, mi fece mettere la bici in uno sgabuzzino condominiale. Ci aveva seguito anche Anna per solidarietà… Eravamo tutti e tre inzuppati di pioggia, e io in particolare. Tra l’altro, col fresco dell’atrio, mi era venuto anche da starnutire.
“Sentite, venite su con me, così vi asciugate un po’ col phon!”
“E sì grazie, va” risposi io.
Salimmo al primo piano e Loredana aprì la porta di casa facendoci entrare. Il telefono di casa squillava, così lei corse a rispondere, indicandoci il bagno dove avremmo potuto prendere il ...
... phon. Arrivati lì, Anna ed io ci togliemmo le scarpe bagnate.
Poco dopo Loredana ci raggiunse, dicendo che la telefonata era di quella stronza di sua sorella, che l’avvertiva che aveva rimandato l’appuntamento dal notaio, proprio per la pioggia. Tante corse per niente!
Nel frattempo lei si era velocemente cambiata, togliendosi gli abiti bagnati e indossando una vestaglietta leggera, bianca, legata alla vita, che lasciava vedere le gambe ad ogni passo.
Prese il phon e cominciò ad aiutarmi ad asciugare i vestiti. Avevo un pantalone estivo completamente inzuppato. Accoccolata dietro di me, passava il getto di aria calda sulla stoffa del mio pantalone, guidando l’operazione con l’altra mano, che quindi accarezzava le mie gambe. Aveva iniziato senza malizia, con la cura riparatrice di chi si sentiva in colpa per i miei starnuti. Poi però il getto del phon, e anche la mano, era arrivata alle mie natiche e alla cintura, e ho visto un lampo di malizia divertita negli occhi di Anna, che guardava la scena. Girata la testa verso Loredana, incrociai il suo sguardo, sorrideva anche lei, come a dire: “Beh, che male c’è? Ti sto asciugando…”
Un po’ si era eccitata, si capiva benissimo. E non si curava molto del fatto che accoccolata così, aveva la vestaglietta che scopriva le cosce quasi completamente.
”Scusa, Loredana, intanto che asciughi lui, posso cambiarmi il jeans bagnato? Hai un’altra vestaglia anche per me?”
Sì, Anna, la trovi in camera da letto, sulla sedia. Per ...