1. Pareva una santa, ma ...


    Data: 02/05/2019, Categorie: Etero Autore: 369123

    ... contabili così di darò la fattura e ti spiegherò meglio perché quel proverbio è giusto.
    
    Lei sembra non essere molto d’accordo, anche se le sue obiezioni si fanno sempre più deboli. Alla fine accetta e dopo cena ci rechiamo in un piccolo appartamento che uso come ufficio e, talvolta, come alloggio temporaneo.
    
    Appena entrati non la lascio parlare abbracciandola e baciandola con tanto di lingua in bocca. Lei dapprima si divincola, accampando varie scuse, ma dopo qualche minuto comincia a vibrare e a lasciarsi andare:
    
    - Nevio, Nevio, mi fai perdere la testa, smettila, smettila, anzi no vai avanti, ma cosa dico.
    
    In effetti è un po’ incoerente, per cui ne approfitto per cominciare a spogliarla: via la gonna, via le mutandine, le apro la camicetta per toglierle il reggipetto: così, praticamente nuda, la distendo su di un tavolo in cui prima avevo messo un ampio plaid e comincio a leccarle il clitoride mettendo un dito nella fica pelosa, ed un altro nel culo. Quando sento che comincia a vibrare e scuotersi, prossima all’orgasmo mi fermo:
    
    - Ora cara Roberta una piccola pausa, ci facciamo la barba.
    
    - Che barba? Cosa vuoi fare?
    
    - Hai la fica troppo pelosa, lo sai che vanno di moda le fiche pelate? Aspetta un po’.
    
    E così vado in bagno a prendere pennello, sapone e rasoio con cui comincio a lavorare attorno a quella patatona in calore mentre lei con la mano destra mi fa una sega scappellandomi l’uccello.
    
    Nonostante le proteste, sempre più flebili e sempre con ...
    ... la mano stretta sul mio cazzo, insapono ben bene tutto l’inguine e poi comincio a passarci sopra il rasoio: in meno di dieci minuti non c’è più un pelo a nascondere la spacco da cui colano i primi umori. Riprendo così a leccare con molto più gusto sia da parte mia che sua. Poi, per accontentarla, le alzo le gambe mettendomele sulle spalle, la trascino sino al bordo del tavolo e la impalo con forza.
    
    - Dai, dai Nevio, continua così, forza, veniamo insieme.
    
    - Col cazzo che veniamo insieme, godi troia, godi, che siamo appena all’inizio.
    
    Mentre lei ha un frenetico orgasmo io sento che sto per venire per cui mi fermo, levo l’uccello e la ridistendo nuovamente sulla tavola.
    
    - Ma che fai, perché ti fermi? Proprio adesso che stavo godendo come non mai?
    
    - Non preoccuparti, ora facciamo un altro giochino e vedrai che non hai finito di godere.
    
    Così dicendo le metto nella frega prima due dita, poi tre, quattro ed infine tutta la mano.
    
    - Vedi che bel buco che ti trovi, santarellina mia? Questa fica ha bisogno non di uno da di tanti cazzi. Ora ti faccio vedere. E così dicendo prendo dalla credenza alcune candele e comincio ad infilarle nella fica, operazione facilitata dalla presenza abbondante di liquidi.
    
    - Ahi, mi fai male, stai fermo, non voglio, non voglio, scopiamo avanti.
    
    - Zitta e buona, non sai ancora cosa vuol dire godere.
    
    E così dicendo, una dopo l’altra le metto nella fica ben otto candele e, per completare l’opera, un vibratore nel culo mentre lei mi ...