1. Ho tradito il mio ragazzo con un avversario (parte ii)


    Data: 04/05/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Milla90

    ... ripensando a quel giorno negli spogliatoi – voglio che tu sappia che se l’ho tradito c’è un motivo valido. Non vado mai con il primo che incontro -, mi accorsi da sola dell’idiozia di quella frase, ma lui la sottolineò: - Ah io che pensavo di essermi scopato una completa sconosciuta! –
    
    - Stai zitto scemo! – mi tirai su a sedere, tenendogli comunque l’uccello in una mano. Mi sentivo potente con un cazzo di simili dimensioni tra le mani.
    
    -Perché sei venuta stasera?- mi chiese.
    
    - Ti ho spiegato perché. Volevo confermarti che è stato un momento di debolezza. E che non riaccadrà mai più. A me nemmeno piaci – chissà quanto dovetti sembrargli cretina mentre gli dicevo queste cose, ma gli tenevo i genitali in una mano.
    
    - E allora perché la tua mano è attorno al mio cazzo? –
    
    Io esitai per qualche secondo, poi – E’ una bella sensazione. In sti giorni ci ho ripensato molto –
    
    - E cosa aspetti a prenderlo? – mi fissò con un ghigno che sembrava quello del diavolo – prendilo almeno con tutte e due le mani -.
    
    Io presa dalla situazione, e incuriosita dal prendere un’asta talmente lunga con addirittura entrambe le mani, lo accontentai. Lo afferrai con entrambe le mani, e notai che la cappella faceva ancora capolino fuori dalla mia stretta. Sentii le mie mutande bagnarsi. Non avevo mai visto un uccello così lungo da poterci mettere sopra entrambe le mani. Non è che ne avessi visti molti allora, ma questo era sicuramente il più lungo ed il più grosso. Il paragone con il ...
    ... mio ragazzo mi faceva stare male.
    
    - Stai bene? – mi chiese lui, guardando il mio viso stupefatto.
    
    - Si si, è che sono sconvolta da quanto sia lungo –
    
    - Me lo hai già detto – rispose annoiato – il tuo ragazzo non ce l’ha così? –
    
    - Sfortunatamente no – gli risposi con una risata nervosa. I polsi cominciavano a dolermi però in quella posizione.
    
    Lui sembrò definitivamente averne abbastanza – Senti quando hai finito di toccarlo, scendi dalla macchina. Altrimenti rimani a farti scopare, non ho voglia di parlare –
    
    - Quanto sei arrogante – gli dissi mollando la presa e riportando le mani sul mio grembo. Era davvero una testa di cazzo. Avrei dovuto lasciarlo lì, prendere il mio orgoglio e scendere dalla macchina. Lo avrei fatto di sicuro con chiunque altro.
    
    Invece un minuto dopo mi ritrovai nel retro della sua macchina a cavalcioni su di lui. Ero ancora vestita, ma lui si era calato i pantaloni alle caviglie. Ci stavamo fissando. Io interdetta sul da farsi e non sicura di voler tradire di nuovo il mio ragazzo, lui in attesa di qualche mia mossa che però non arrivò.
    
    Sentii le sue mani piazzarsi sulle mie chiappe, accarezzarle, poi alzarmi la gonna e strizzarmi il culo. Il suo cazzo giaceva eretto sulla sua pancia. Cristo santo, gli arriva all’ombelico, pensai.
    
    Con una mano mi spostò il tanga da un lato, e mi toccò le labbra vaginali.
    
    - Sei un lago... Non ti ho nemmeno sfiorata – rise, mentre cominciava a penetrarmi con un dito – sono io che ti faccio questo ...
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