1. Non ragioniamo di loro 3


    Data: 07/05/2019, Categorie: Incesti Autore: miriana, Fonte: EroticiRacconti

    ... sadismo. E non capisco perché in quel capitolo hai appena accennato delle sevizie che ti hanno fatto con la candela, versandoti la cera calda addosso, e con le pinze per stendere la biancheria, con le quali ti martoriavano i capezzoli e le parti intime. Forse, ti vergogni di questa tua anomalia sessuale? ”. “ Proprio no , non mi vergogno affatto delle piacevolezze che m’infonde quella pratica semiviolenta. Purtroppo, essa mi debilita fisicamente e psichicamente tanto da togliermi persino la voglia di esprimermi letteralmente nel momento stesso che provo quelle emozioni. Subito dopo, l’incantesimo si rompe, e la voglia di descrivere il momento celestiale appena avvenuto, passa … ” gli spiegai, anche se ero poco convinta che la ragione fosse quella che avevo prospettato. “ Dopo quei tiepidi preliminari, ti hanno fatto qualcosa di cui non hai scritto nulla? ” aveva seguitato a chiedermi, con un’ansia nella voce tipica di chi si masturba. “ Si, moltissime altre cose …, come il lasciarmi scopare contemporaneamente da loro, dopo avere indossato due enormi membri di gomma, neri come il carbone, per cui, la scena ripresa dalla videocamera del loro computer puntata in un modo adatto, riprese il tutto come se fossi stuprata davanti e dietro da due africani nerboruti ”. “ Ti hanno fatto male …? ” . “ All’inizio, soltanto un pochino quello dietro, ma poi, con l’avanzare dell’eccitazione, non ho avvertito altro che un piacere intenso ”. --- “ Dopo di che …? ”. --- “ Dopo di che, te lo ...
    ... racconterò un’altra volta. Ora vado a dormire, se non ti dispiace ” gli avevo detto staccando di colpo la telefonata, sia perché mi sentivo il braccio anchilosato e l’orecchio bollente, ma soprattutto, perché grondavo d’umore fra le gambe e desideravo spegnere quel fuoco che mi stava martoriando internamente, magari infilandomi una banana, o anche solo un cetriolo, di media dimensione, dentro la patatina. Quando mi addormento ed ho appagato le mie voglie soltanto con qualche palliativo, la notte diventa piena di incubi. Sogno spesso di essere rapita e venduta ad uno sceicco che mi tiene segregata in un Harem e mi usa solo quando ne ha voglia lui; oppure di essere trattenuta dentro una cella dove vari uomini approfittano di me nei modi più ambigui e volgari. Ma il sogno che più mi attizza e che si ripete con la maggior frequenza, è quello che mi vede fra le braccia di mio padre e contemporaneamente mio fratello Marco: incubo che mi procura tantissimo piacere e che poi mi fa destare marcia dalla testa ai piedi, e non soltanto per il sudore. L’unica cosa che mi disturba in modo particolare, sono gli aggettivi scurrili che loro usano, durante l’incesto, nei miei confronti. Ma non perché li pensano loro, assolutamente. Sono io stessa a descrivermi come effettivamente sono …: una troia sfoga …! Ero ancora nel mondo dei sogni quando il telefono si mette a suonare insistentemente. Guardo l’ora e poi decido di non rispondere. Per me, le dieci e mezza del mattino è ancora notte fonda. ...
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