La capitana
Data: 07/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: lulululu
Alle 7 della mattina di inizio novembre in vista del faro del porto di Boston, Milady si mise al timone del Clipper, il vento di poppa garantiva 7 nodi pieni, stava albeggiando e le prime luci alle spalle permettevano già di vedere le vele dei 5 alberi gonfie e forti. Il lungo viaggio era finito ed il carico di tè proveniente dalle Indie e caricato a Londra ai Docks di Londra stava per concludersi.
Spettava a lei, il capitano, l'ultimo tratto di navigazione, guidare l'entrata in porto e la delicata manovra dell'attracco al molo.
Aveva riposato fin verso le 6 poi un giro per tutta la nave sotto e sopra coperta, per verificare che tutti i preparativi per l'arrivo fossero in corso, infine aveva raggiunto il suo ufficiale in seconda, Hanry Pigworld al timone e ne aveva preso il posto.
Già, il buon Henry, glielo avevano appioppato poco prima della partenza da Londra, fresco di accademia fresco di studi e scarso di oceani. Castano chiaro, muscoloso, occhi azzurri, con i capelli ricci e portati più lunghi del lecito per un ufficiale; le sue credenziali erano ottime, l'esperienza nulla e se non fosse stato per quello sguardo intrigante ed ingenuo l'avrebbe senz'altro lasciato a terra (spettava comunque a lei, il capitano, l'ultima parola) … e poi era diventato il buon Henry, affidabile, gentile, premuroso, divertente, compagno di ore di conversazione nelle lunghe notti tra i flutti, mai noiose, sempre stimolanti.
Era il sessantanovesimo giorno di navigazione, 69 giorni ...
... di fagioli in scatola, cavoli acidi, carne e pesce secco; poche opportunità di lavarsi come si deve; poche ore di sonno ogni giorno e niente sesso. Eppure per Milady Lace non era certo mancata l'occasione, né avrebbe disdegnato le abbozzate avances del suo giovane primo ufficiale, se solo avesse avuto i piedi sulla terra ferma, ma lì, in mezzo all'atlantico, la sua rigida professionalità e disciplina glielo impedivano e le prime timide avances erano state bloccate sul nascere togliendo ogni dubbio al suo aspirante seduttore.
Una settimana a Boston, il tempo di scaricare, un po' di manutenzione, caricare il cotone e ripartire verso est in un mare d'inverno che l'avrebbe attesa al varco con la sua forza in mezzo all'Atlantico.
Una settimana in cui lei non si sarebbe dedicata un gran che al Sea Bird, il suo amato Clipper, avrebbe lasciato i suoi 70 metri di lunghezza alle cure amorevoli del signor Duncan Hardcock il suo fido capo manutentore ed alla sua squadra di giovani mozzi apprendisti, lei aveva bisogno di dedicarsi e a se stessa e recuperare le energie nervose necessarie per il nuovo viaggio.
Il tempo di scendere nella sua cabina e recuperare una scarna valigia con l'essenziale per sopravvivere una settimana, scesa dalla nave il buon Henry l'attendeva a bordo di un agile calesse; un ultimo sguardo a Lei –un gran pezzo di legno- e poi via, per le vie lungo il porto.
L'Hamman di Pussycat Street fu la prima tappa del suo soggiorno a terra. Gestito da cinque giovani ...