Mia mamma isabella, incredibile ma vero (terza parte)
Data: 16/05/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: cinziandrea
... di fianco al divano.
Poi lui uscì da lei e lei si alzò. Lui era poco più alto di mia mamma, si fronteggiarono e si baciarono. Fu forse quello, paradossalmente, il momento di massima gelosia perversa. Mia mamma per baciarlo si era messa in punta di piedi, lui la abbracciava e le accarezzava la schiena mentre lei gli buttava le braccia intorno al collo. In quel momento vedevo il cazzo di lui che premeva sulla pancia di lei. Lui la sbranava di baci, in bocca, sul collo, dappertutto. Lei aveva gli occhi estasiati, sorrideva. Non pensavo che avrebbero fatto qualcosa. Da una settimana facevo di tutto per lasciarli sempre soli, ma credevo che non sarebbe successo. E invece eccoli lì, ecco la natura che va oltre ogni convenzione, ecco il desiderio che se innescato non riesce a trattenersi. Provavo a pensare che Matteo era un gran figlio di puttana, ma l’unico vero figlio di puttana ero io, con una madre che da vera puttana come mai avrei immaginato si stava facendo il mio migliore amico di vent’anni più giovane. Poi andarono sul divano, lui la adagiò a pancia in su e si mise sopra di lei, poi con la mano destra puntò il cazzo tra le sue gambe e le tornò dentro. Stavolta era una scopata dolce, lenta, piena di baci, mentre lei dietro la schiena di Matteo incrociava le caviglie, cingendolo stretto. Guardandola, pensai che era davvero un gran pezzo di gnocca. Certo, qualche smagliatura e un po’ di pelle cadente si notavano, ma per avere 48 anni era davvero in forma. Io ero fuori, ...
... come un ladro, sdraiato di fianco alla porta-finestra a spiare.
Stavo perdendo il controllo, mi resi conto che non dovevo farmi vedere: se mi avessero scoperto sarebbe stato un momento di enorme imbarazzo. Anche quel giorno, come durante tutta la settimana, avevo trovato una scusa per lasciarli soli. Ero uscito la mattina, verso le 10, dicendo a mia mamma e a Matteo che sarei andato in macchina in una località a pochi chilometri a trovare una ragazza. Avevo detto che sarei tornato la sera dopo cena e mi ero scusato con Matteo: non avrei voluto lasciarlo lì da solo, gli dissi, ma appunto andavo a trovare una ragazza per cui volevo essere da solo. Altro che scuse, eccolo lì che si tromba mia mamma alla faccia mia. In auto ero andato via davvero la mattina, ma ero tornato poco dopo, parcheggiandola non distante da casa. Mi ero mosso con attenzione, volevo in un certo senso pedinarli, vedere cosa facevano. In spiaggia non c’erano, per cui sempre con la massima attenzione ero andato verso casa. Volevo arrivare alla porta-finestra del cortile, che di solito rimane sempre chiusa. Se li avessi incrociato lungo la strada, avrei tranquillamente detto che stavo tornando per qualche motivo. Non sarebbe stato un problema. Invece ero riuscito a entrare dal cancelletto e silenziosamente mi ero portato sul retro, dove c’è il piccolo giardino. E la prima scena che mi si era presentata davanti appena avevo allungato l’occhio in casa era mia mamma nuda sul tavolino che si faceva pompare da ...