Buona mama, fai brava mama.
Data: 19/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: IlBaroneRosso
- Ma chi lo paga, 'sto albergo?-
Erano appena arrivati da Milano, per un week end lungo, fuori programma, dal giovedì sera fino alla domenica.
Massimo l’aveva portata a Firenze, un albergo cinque stelle, la camera non era una camera, ma una suite: oltre alla camera da letto, principesca, che s’affacciava sull’Arno, e con un bagno lussuoso, c’era un salottino e un’altra camera con bagno.
Avevano lasciato le valigie in camera ed erano scesi nella hall; dalla porta finestra si vedeva la veranda, con le tavole apparecchiate per la cena, il giardino e la piscina.
Non era la prima volta che andavano a Firenze; sapeva bene quanto costa una camera normale nell’albergo quattro stelle dove andavano di solito; questo, cinque stelle lusso, la suite con vista sull’Arno, la veranda, il giardino e la piscina e tutto il resto, di sicuro costava il triplo o forse di più.
- Ma sei sicuro che possiamo? Il mutuo? Le rate della macchina nuova ...
- Tranquilla, sta’ tranquilla pagano loro.
Le aveva spiegato che certi clienti stranieri della banca, filiale olandese, volevano fare un’operazione estero su estero, una grossa cifra, e trasferire i soldi a un conto, stessa banca, filiale di Beirut.
Mica lo potevano fare in agenzia a Rotterdam, con i controlli Interpol, né in ufficio da lui, con la Banca d’Italia e tutto il resto.
Lo avrebbero fatto insieme via computer da lì, saltando i controlli internazionali e nazionali.
La camera, i pasti e gli extra, tutto, ...
... avrebbero pagato tutto loro.
Massimo è il direttore centrale di una banca importante. Si occupa delle sedi estere.
E lei aveva capito che l’operazione era border line tra il lecito e l’illecito, Massimo non voleva dirle di più, non aveva insistito oltre.
Un giro, il Ponte Vecchio era a un passo dall’albergo.
Il David, così bello, Palazzo Vecchio così austero, le vetrine così eleganti.
A lei sarebbe piaciuto cenare in una trattoria del centro, una di quelle dove andavano spesso quando erano a Firenze, ma lui non aveva voluto.
- Arrivano stasera, a ora di cena. Magari vogliono cenare insieme a noi, in albergo, così ci mettiamo d’accordo per domattina.
Infatti erano nella hall, li stavano aspettando.
Un bell’uomo, scuro di pelle, un libanese o un siriano o un egiziano, più o meno della stessa età di Massimo, quarantacinque, o forse cinquant’anni, e anche lui, come Massimo, ben portati.
E due giovani, uno addirittura giovanissimo, più o meno vent’anni. Carino.
Alla presentazione capì il suo nome, Abdel.
L’altro, Ibrahim, intorno ai trent’anni, anche lui un bel ragazzo. A chi piace il genere, tipo medio-orientale.
Tutti e due vestiti all’orientale, con un tunicone bianco e sotto si vedevano le gambe di certi pantaloni bianchi orientali, quelli senza piega.
Solo il capo, il dottor Mahamad, così si era presentato, era vestito all’occidentale, elegante anche, e parlava perfettamente l’italiano.
Gli altri due sapevano qualche parola, niente di ...