Buona mama, fai brava mama.
Data: 19/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: IlBaroneRosso
... -.
Salì sul letto e le accarezzò dolcemente la schiena, dove Ibrahim l’aveva colpita.
Quei massaggi le diedero un poco di sollievo.
Abdel capì e le alzò la camicetta, giusto lo spazio per infilare la mano sotto e accarezzarla dolcemente sulla parte.
Aveva dei modi dolcissimi, Abdel.
Le piacevano quelle mani che l’accarezzavano sulla pelle, sulla schiena, più sopra, più sotto, poi molto più sopra e molto più sotto.
Pian piano l’incazzatura le passò.
Dalla camera da letto sentiva Massimo e il suo cliente che parlavano, come se non avessero sentito niente, come se non fosse successo niente, di codici IBAN, di valute, di importi, di tassi di cambio.
Capì che faceva parte dell’operazione tenerla ferma, come una prigioniera.
- Tu buona mama, tu brava mama, noi buoni, noi bravi. Niente male a mama. Ma tu stare qui buona, mama, tu non muovere, mama. Quando fare pipì, mama, tu alza la testa, Abdel ti porta fare pipì, mama -.
Nel parlare Abdel continuava ad accarezzarla. Era dolce come un figlio con sua mamma.
Si era ormai rassegnata. Era prigioniera. Era l’ostaggio.
Fin a quando Massimo non avesse finito quella maledetta transazione estero su estero, per qualche motivo strano doveva restarsene lì, sdraiata sul letto, uno straccio in bocca per non gridare, e due guardiani arabi addosso.
Però adesso le scappava.
Alzò la testa. Abdel che la stava guardando, non la perdeva di vista un attimo.
- Tu fare pipì, mama? -.
Fece sì con la ...
... testa.
Si alzarono entrambi.
Le legarono le mani dietro la schiena.
Le staccarono attentamente una gamba alla volta dai piedi del letto.
Poi Abdel l’aiutò a girarsi e ad alzarsi. L’accompagnò in bagno. Sempre ammanettata.
- Scusa mama, ora spoglio, mama. - .
Le alzò la camicia, quanto bastava per slegare i pantaloni e toglierli, le abbassò le mutandine e gliele tolse, l’aiutò a sedersi sul wc e appoggiò delicatamente pantaloni e slip sulla sedia.
- Tu buona, mama. Io stare fuori, mama. Quando tu finito tu batti così. Abdel viene e lava mama – e le fece battere le manette contro la tavoletta.
Se ne uscì e chiuse la porta.
Ma come faceva?
Le scappava anche un bisogno grande, non solo la pipì.
L’avrebbe pulita anche dietro?
Proprio così.
Quando ebbe finito batté le manette sulla tavoletta e Abdel si precipitò dentro.
La pulì con la carta igienica, poi tirò lo sciacquone e la fece sedere sul bidet.
E con l’acqua e il sapone intimo che cercò e trovò sul lavandino le lavò accuratamente il buchino dietro.
Poi la lavò davanti.
I mugugni di Margherita erano chiarissimi, aveva gradito quelle attenzioni intime, anche se forse il ditino di Abdel si era fermato più del dovuto, dietro, e davanti si era fermato del tutto.
Gli aveva appoggiato la testa sulle braccia, mentre lui la lavava, anzi, ormai era chiaro, mentre la stava toccando, fin troppo, e i mugugni di lei erano fin troppo espliciti.
Non era solo per lavarla.
E a Margherita ...