1. Buona mama, fai brava mama.


    Data: 19/05/2019, Categorie: Etero Autore: IlBaroneRosso

    ... più.
    
    Mangiarono nella veranda dell’hotel, mangiarono anche troppo, accompagnando la fiorentina con i fagioli con un cabernet toscano favoloso, e i cantucci col vinsanto.
    
    Anche il dottor Mahamad beveva vino, spiegò che all’estero, per lavoro, gli era concesso qualche abitudine, come il vestito, il mangiare e il bere, ma con moderazione, lo stretto necessario per non mettere in imbarazzo gli ospiti.
    
    Dopo cena, Massimo le spiegò che si sarebbero fermati al bar, per organizzare il lavoro del giorno dopo, e lei saluto gli ospiti, salì in camera da sola.
    
    Massimo la raggiunse presto, era molto concentrato e nervoso, forse il lavoro da fare il mattino dopo …
    
    Le veniva di chiedergli: ma chi te lo fa fare?
    
    Non era il caso: sicuro, oltre alla suite, oltre alla cena e agli extra, c’erano in ballo dei soldi.
    
    Gliel’avrebbe chiesto domenica pomeriggio, al ritorno, più di tre ore di macchina fino a Milano, c’era tutto il tempo per avere le risposte; e forse Massimo gliel’avrebbe detto spontaneamente.
    
    E quindi, quella sera, meglio lasciarlo stare, anche se un po’ di sesso non sarebbe stato male, pensava lei.
    
    A quarant’anni Margherita aveva conservato gli appetiti sessuali di quando ne aveva venti, e Massimo, il suo compagno da dieci anni, non aveva difficoltà ad accontentarla.
    
    Ma non quella sera.
    
    Erano le nove, il mattino dopo, venerdì, quando bussarono alla porta i tre clienti di Massimo. Entrarono nel salottino e tirarono fuori i notebook e le loro ...
    ... carte.
    
    Mahamad consegnò a Massimo una borsina che lui aprì, ma richiuse subito e appoggiò sulla poltrona vicina. Margherita, accanto a lui, riuscì a intravvedere delle banconote, tante banconote, da cento.
    
    - Scusa Massimo, ma non avete bisogno di me, esco, vado a fare un giro.
    
    - No, Margherita, tesoro, non uscire, resta in camera, se non ti dispiace.
    
    - Ma a fare che? Tanto sono cose vostre …
    
    - No, Margherita, ti prego di non insistere, resta in camera, ti ripeto.
    
    Il tono di voce era fermo, deciso, non ammetteva repliche.
    
    Incazzata, si girò e rientrò in camera.
    
    Non era nemmeno entrata del tutto che l’afferrarono. Forse Ibrahim, o forse Abdel, la bloccarono, le cacciarono uno staccio in bocca.
    
    L’obbligarono a sdraiarsi sul letto, a pancia in giù.
    
    Non voleva. Ibrahim le cacciò un ginocchio nella schiena, per forzarla, lei fece in tempo a cacciare un piccolo verso, prima che lo straccio riuscisse a zittirla del tutto.
    
    - Scusa mama – gli diceva Abdel – non grida così, non grida, mama -.
    
    Si ribellava, scalciava, cercava di liberarsi.
    
    - Buona mama, fai brava mama. -.
    
    Avevano due manette e le legarono i polsi alle colonnine della testata; intanto Ibrahim le teneva ferme le gambe e Abdel le legò una alla volta ai piedi del letto.
    
    Le avevano fatto male alla schiena nel fare quelle mosse, lei si lamentava, le scendevano due lacrime dagli occhi.
    
    Abdel l’accarezzava il volto, ora, le asciugò le lacrime.
    
    - Scusa mama, tu male mama, aspetta mama ...
«1234...8»