1. La scoperta di ahmed: dubai (capitolo 8)


    Data: 20/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Evan18

    [Scusate se il Cap.7 è molto striminzito, non riuscivo a continuare e ho deciso di pubblicarlo così, spoglio]
    
    [Stavo raccontando...]
    
    [...] Aveva l'aria di un duro, proprio come gli ordini che mi dava. Pantaloni di tuta grigi e larghi, che lasciavano le caviglie scoperte, e scarpe da ginnastica, probabilmente indossate senza calzini. Camminava velocemente verso di me, a passi grandi, con un sorriso ironico che gli "deformava" il viso soddisfatto, forse, di quello che aveva creato, lì di fronte ai suoi occhi: una troia.
    
    "Follow me [seguimi]" mi disse. Niente saluti, niente convenevoli. Seguirlo e basta. Probabilmente mi avrebbe parlato una volta fuori. Due poliziotti lo fermarono e un'altro uomo in giacca e cravatta parlò con lui. Vidi uno scambio di banconote, prima di darmi un cenno per proseguire
    
    " E le valigie?" Gli chiesi.
    
    "Lasciale quì, le prenderemo dopo, oppure manderò qualcuno". Mi fidavo ormai di lui e quindi mi limitai a seguirlo verso quella che sembrava l'entrata per un nuovo mondo, una nuova vita; una porta che si apriva e l'altra che si "appannava".
    
    Una volta fuori, il sole caldo e battente mi presentò gli Emirati Arabi, e Dubai, la città dei sogni, e io stavo realizzando il mio.
    
    Mi chiese di camminare per diversi metri davanti a lui. Sentivo il suo sguardo seguirmi, e i suoi passi che seguivano il mio ritmo. "Sculetta di più, troia" disse urlando, non curandosi di decine di persone che mi sfilavano camminando controcorrente.
    
    "Su, vai ...
    ... così brava, bella troia".
    
    In un istante mi ritrovai il suo braccio che cingeva il petto e arte della vita, mi stringeva forte e avvertìi un duro e grosso membro premuto al centro delle mie chiappe: "Ho visto che qualcuno si è divertito con te, a sborrarti addosso! Come mai? Sei così troia che non sei riuscita ad aspettare?"
    
    Il cuore mi batteva forte perchè da quello che sentivo in mezzo alle chiappe sembrava molto più grande e lungo di quello di Michele. E la sua voce profonda e mascolina nell'orecchio mi faceva impazzire
    
    "Papi, mah..io.."
    
    "girati troia!"
    
    Con uno scatto mi lasciò e mi voltai.
    
    "Dammi i tuoi soldi! Ora!"
    
    "Perchè?"
    
    "ho detto, ora!"
    
    Li avevo ben nascosti nelle tasche, avvolti da fogli, ed erano abbastanza per viverci un mese. Glieli porsi, con piena fiducia. Improvvisamente fermò un ragazzo che ascoltava musica in cuffie gigantesche e rosse, zainetto sulle spalle e sguardo perso verso il mio padrone: poche parole in arabo, incomprensibili, e il ragazzo che scappava con un sorriso stampato in faccia e i miei soldi nelle sue tasche.
    
    Rimasi stupito. Risparmi sudati col lavoro e il tempo, nelle mani del primo sconosciuto, in un paese straniero. Non erano certo queste le mie prospettive per l'uso di quel denaro. Cercai di obbiettare ma il mio padrone i anticipò: "Chi diamine ti ha detto di portare quei soldi? Forse io? Tu sei di mia propieta' dal momento in cui sei arrivata qui, troia! Qui pago io per te! Non tu!"
    
    "Dammi documenti e ...
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