1. Brigitta: la prima volta con il mio caldo brivido anale


    Data: 18/10/2017, Categorie: Etero Autore: alybas, Fonte: EroticiRacconti

    ... nel letto, cadde cercò di rialzarsi ma io ero sopra, la camicetta era aperta e le alzai il reggiseno, i capezzolotti della donna erano duri come due grandi splilloni. Ricordò l'odore acido tipico del suo profumo misto al sudore e alla sua pelle, e ciò mi rese ancora più eccitato. Era una pantera la guardai intensamente mentre si muoveva cercava di liberarsi, sapevo come del resto iniziava ad essere cosciente anche lei che era rimasta prigioniera del suo gioco. Non c’era dubbio, la giocatrice era stata giocata. L’aureola della mammella quasi non c’era, piccolissima e chiarissima, le tette erano tutte da ciurrare, in maniera ossessiva, costante, e più ciurravo più i capezzoli svettavano, si inturgidivano e la difesa di Gitta si abbassava. La donna ansimava, ansimava forte. Era eccitata, il viso scomposto, forse finalmente ora riusciva a capire cosa si provava a sentire il frutto delle sue provocazioni ero io che ora godevo, giocavo, le avevo sfilato finalmente la gonna facendo saltare il bottone e la cerniera senza molti complimenti. Il mio obbiettivo era sempre più circoscritto. Nella parte inferiore la donna era tanta, polposa, possente, e io ero a questo punto famelico, ma presente a me stesso, lucido. Sapevo bene, che erano infatti questi i momenti in cui la perdita di lucidità avrebbe potuto compromettere un eccitante rapporto che finalmente tanto sospirato prometteva una grande scopata. Ora Gitta era in balia di se stessa, le leccate del seno l’avevano trasformata, ...
    ... eccitata in maniera parossistica. Era supina in attesa del suo premio che mostrava di bramare, che richiedeva a gran voce. Cercava di raggiungere il mio pene, toccava senza sosta, sembrava un polipo, mentre io le sfilavo la gonna, lei mi aveva tolto gli slip, voleva il cazzo, del resto, lo vedeva duro svettare. Io temevo i suoi giochi, non volevo essere masturbato, non volevo pompini, non ora. Da come si muoveva, da come toccava avevo compreso la sua esperienza, la sua maturità, non era certo una sprovveduta, sapeva come far godere un uomo, soprattutto sapeva prendere e voleva prendere. Ingaggiammo così una piccola ingorda battaglia. Anche io volevo prendere, anzi volevo prenderla e farle pagare tutti quegli ammiccamenti e quante volte mi aveva fatto arrapare inutilmente. Gitta aveva un tanga da favola, da cui le naticone che avevo immaginato e che ora vedevo straripavano. Mi buttai letteralmente sui fianconi e le potenti natiche. Brigitta cercò con l'esperienza di controllarmi, fece per prima le sue mosse ma io avevo capito le sue dinamiche, sembrava che la conoscessi carnalmente da sempre. Senza grande sforzo la agirai, iniziai a sollecitarle la vagina con l’indice, il medio e l’anulare, le labbra erano grandi, lei iniziava già a fare umori caldi e soprattutto un odore forte, che mi stimolarono. La fica era depilata in maniera perfetta, il tanga era solo un filo. Era nuda. Senza tenere particolarmente conto dei suoi tentativi, mi buttai a capofitto a leccare la vagina, senza un ...
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