1. Sei parte di me 4


    Data: 18/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: valentinopiccolino, Fonte: Annunci69

    Questa è la storia vera e realmente accaduta di due ragazzini, come gli altri, che, nel pieno della loro adolescenza hanno vissuto un’intensa storia d’amore gay e di, seppur molto giovane, sesso: io e il mio migliore amico Lorenzo. Ricordo che nulla in questo racconto è stato inventato, nemmeno i nomi. Tutto è realmente accaduto.
    
    Durante la doccia mi misi in quella di fronte alla sua e fu difficile trattenere le erezioni. Dopo un po’ lo vidi avvicinarsi. Entrai in crisi. Venne da me e mi chiese se avessi un po’ di sapone perché lui lo aveva finito. Io glielo versai su una mano. Sentii che parlava bene l’italiano. Profumava. Era curato.
    
    Non riuscivo a togliergli gli occhi da quel suo enorme pene: sarà stato di 17/18 centimetri come minimo, aveva i peli corti e arricciati solo sul pube. Finimmo la doccia nello stesso momento e, in spogliatoio era di fianco a me nell’armadietto.
    
    Decisi di provare a parlargli. Eravamo completamente nudi. Gli chiesi come si chiamasse. Lui si fermò, mi guardò, mi tese la mano e mi disse: “Manuel”. Io gli strinsi la mano e gli dissi il mio nome. Lo spogliatoio era quasi vuoto, così ci sedemmo e parlammo un po’. Eravamo nudi. Mi piaceva parlare con lui. Raccontava più volte del suo passato: era stato adottato. Era molto intelligente. Capivo che anche in lui c’era qualcosa che nascondeva. Siamo stati lì seduti a parlare nudi per quasi un’ora. Poi lui si alzò. Io gli chiesi: “E in amore? Come va?” Lui mi sorrise e mi disse: “Beh finora non ho ...
    ... trovato colui che mi abbia fatto sognare”. Mi brillarono gli occhi: aveva detto che era gay. Aveva detto “colui”. Forse c’era una speranza. Mi alzai anche io, lo guardai e gli dissi: “ora ci provo io a farti sognare”.
    
    Lo baciai. Quelle sue labbra carnose sotterravano le mie. Mentre ci baciavamo stretti stretti sentii i nostri peni che si toccavano. Erano uno schiacciato sull’altro. Il mio, molto più piccolo rispetto al suo, era anch’esso sommerso dal suo, enorme. Sta volta lo cercavo io, lo volevo. Non mi interessava degli altri. Eravamo in mezzo allo spogliatoio. Non eravamo coperti da nulla. Se fosse passato qualcuno ci avrebbe visti. Si staccò, mi prese per mano e mi accompagnò negli spogliatoi privati, quelli chiusi. Lui si sedette sulla panchina. Mi prese la testa e me la abbassò. Erano le 18. Mi misi in bocca il suo prepuzio nero. Poi lo scappellai e lo infilai in bocca. Non riuscivo ad arrivare al pube. Era troppo lungo. Andammo avanti per un sacco. Io a lui e lui a me. Per quella sera facemmo solo pompini e seghe. Lui sborrava, se la metteva sulla mano e me la spalmava sul mio corpo. Puzzavamo come dei cani. Erano arrivate le 20. Alle 20.30 la palestra chiudeva. Non c’era più nessuno. Dopo poco uscimmo nudi e tutti sporchi, ci lavammo, ci vestimmo e ce ne andammo.
    
    Tra me e lui era nata una forte amicizia. Forse anche di più. Era dolce, intelligente, tranquillo. Era il tipo di ragazzo ideale che mi serviva per riprendermi dall’uragano che mi aveva attraversato. ...
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