1. Il militare napoletano


    Data: 24/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: MINOTAUROTERAMO, Fonte: Annunci69

    ... aveva chiesto la polizia.
    
    Rincasai dopo mezz'ora, avevo sempre in mente il tarlo di quel messaggio che avevo ricevuto e preso da un raptus risposi " ciao omonimo, scusami con tutti ancora per il casino ma, stasera ero e sono davvero finito, non ho la forza nemmeno di farmi una doccia", la risposta non si fece attendere: "Ahahahah paesa' il maschio deve sapere di maschio e non di creme a profumo, se sei uomo puzzi se sei ricchione profumi, tu a che categoria appartieni?". Rimasi basito, non sapevo se era una provocazione o se era un modo per deridermi con i suoi colleghi, seppur con il sangue al cervello evitai di cedere alla provocazione e non risposi, quella frase mi diede il tormento, segai la notte e tutto il we.
    
    Il lunedì mattina alla solita ora mi presentai al lavoro, Nicola era sul portone, mi fece un sorriso e con una mano si strizzò il pacco, una gelida goccia di sudore mi scivolò lungo la schiena, abbozzai un ciao e corsi in ufficio.
    
    Per tutto il giorno, rivedevo la scena di lui che si toccava e la cosa mi creava scompiglio. Tornai a casa e vidi una seri di messaggi a cui non avevo fatto caso, un paio erano i suoi, uno diceva "ti piace o pesc? se si rispondimi se no ....... " eccitazione e voglia fecero da padrone sulla razionalità, presi il telefono e gli risposi "vuoi giocare a carte coperte con i messaggi perché devi passare il tempo con i tuoi colleghi oppure pure a te piace il pesce?" La risposta fu immediata, dimmi dove abiti e ti faccio vedere oppure ...
    ... passa alle 15.30 in via ....... E aspetta davanti la fermata della metro, con i tempi non ci sarei mai stato, gli risposi dando il mio indirizzo.
    
    Lui con i mezzi venne a casa mia, mentre parcheggiavo, l'occhio mi andò sul portone di casa dove passeggiava il mio bel militare napoletano in divisa con lo zaino sulle spalle.
    
    Mi diressi verso lui, lo guardai e gli dissi "che vai in guerra?" per tutta risposta, mi guardò fisso negli occhi e ribatte " no, vado a casa di uno maschio a cui piace il cazzo, ci scopo, poi ci vado a cena e poi lo sfondo tutta la notte, nello zaino ho il cambio".
    
    Non risposi, diventai rosso in viso, il portiere del mio palazzo senti tutto e mi fece un sorrisino beffardo, in ascensore nessuno disse una parola, arrivati in casa, una volta chiusa la porta, mi trovai la sua lingua piantata in bocca, le mani si cercavano.
    
    I nostri corpi si cercavano, la frenesia e la voglia l'uno dell'altro era incontrollabile.
    
    Io in giacca e cravatta, lui in mimetica, tutti e due in piedi dal mattino presto, tutti e due accaldati, tutti e due eccitati, i nostri odori fusi insieme erano una vera e propria droga allucinogena per i sensi, entrambi eravamo in pieno delirio.
    
    Pomiciammo e limonammo mezzi vestiti, ogni tanto volava un pezzo, dal divano lo condussi in camera da letto e con abilità e maestria, l'uno spoglio l'altro, rimanemmo entrambi in mutande.
    
    I nostri cazzi duri e gonfi fuoriuscivano dagli elastici, le cappelle umide avevano bagnato il tessuto ...