1. Manipolazione


    Data: 25/05/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Cheshire Cat, Fonte: EroticiRacconti

    ... proposito, tutti gli oggetti erano posizionati agli estremi del tavolo: la foto della sua adorata famiglia, la lampada, il timbro d'argento e il tagliacarte, le pile di documenti... Al centro esatto circa un metro di spazio libero. La consapevolezza di quello che era accaduto mi rovinò addosso: nessuno poteva resistere, non c'era altro modo che andare avanti. Ubbidii. Mi stesi con le gambe verso di lui e la mia mano sinistra prese possesso del seno: lo sfregamento contro il pizzo del reggiseno che ancora indossavo mi fece male. La mano destra raggiunse la mia bocca, dove bagnò due dita per poi scendere in basso, sotto gli slip, come solo io sapevo fare. Avrei potuto godere da un momento all'altro, ma senza il suo permesso non era fattibile: lo odiavo, aveva tradito la mia fiducia, mi aveva umiliato e ora mi stava torturando. Uno scintillio, il riflesso di una candela sulla lama del tagliacarte, mi fece provare l'irresistibile desiderio di allungare una mano e... Ma anche questo era impossibile: ero costretta ad attenermi alla manipolazione. Un movimento e un tintinnare metallico mi distrassero da quei pensieri. Sentii che mi afferrava le mani e le spostava entrambe sopra la mia testa. Per un attimo il suo volto entrò nel mio campo visivo e mi apparve trasfigurato dalla luce delle candele: le ombre che proiettavano sui suoi occhi mi spaventarono. Si alzò di nuovo e sentii che mi prendeva le gambe: intromettendosi tra le mie cosce, spostò appena la stoffa delle mutandine ed ...
    ... entrò con facilità dentro di me. Mi svegliai nella camera degli ospiti. Era pomeriggio tardi. Avevo bisogno di una doccia e avevo fame, molta fame. Non potevo presentarmi dal professore in quello stato, per cui, con la pancia che protestava, mi diressi in bagno per darmi una ripulita. Spogliandomi davanti allo specchio rimasi turbata dai segni che avevo sul corpo, primo fra tutti un livido attorno al polso destro: l'impronta di una mano stretta con forza. Scesi al piano di sotto, diretta verso lo studio del professore: era seduto alla scrivania, che appariva ora immacolata. Sembrava molto stanco. Alla sua destra era disposto un vassoio con una caraffa piena di latte e un bicchiere: il bianco pannoso di quel liquido dolce attirò subito la mia attenzione, avevo una fame da lupi. Mi fece cenno di accomodarmi sulla poltrona su cui ero seduta la notte prima. Davanti a lui c'era una cartellina di pelle dall'aria costosa. "Come si sente, signorina?" Eravamo tornati al lei, a quanto pare. "Bene, credo. Ho fame." "Gradisca pure un po' di latte, per ora. La porterò a cena tra poco, per festeggiare." Spinse verso di me la cartellina di pelle. "La apra, prego." Avrei voluto solo bere quel dannato latte direttamente dalla caraffa, non me ne fregava niente della sua stupida cartellina. Ma non potevo certo mollare ora. Avevo fatto trenta... "Ma... Che cos'è? Che significa?" Non capivo più nulla. Mi misi a leggere. "È la ricerca. Tutti i dati sono aggiornati e contestualizzati. Ci sono ancora ...