1. Martina


    Data: 27/05/2019, Categorie: Autoerotismo Etero Autore: anceps, Fonte: RaccontiMilu

    Quando chiusi la porta alle mie spalle la chiudevo su un periodo di due anni d�inferno. Respirai profondamente e chiusi gli occhi.Era il 21 giugno, e mentre mi toglievo le scarpe coi tacchi alti che avevo addosso da tutto il pomeriggio, ripensai a quei due anni che erano cominciati con grandi speranze. Circa due anni prima, �giovanissima� pensionata cinquantunenne, mi ero riconciliata con mio marito, dopo un periodo di crisi che durava da molto, durante il quale eravamo diventati due estranei.Eravamo così tornati insperatamente ad essere amanti, con la voglia irrefrenabile di godere del corpo dell�altro, quella voglia che non avevamo più da tempo. La fisiologica diminuzione delle sue energie (aveva cinque anni più di me) era compensata dal mio desiderio e insistenza.Lui era sempre stato molto virile ma ora le sue erezioni non erano più così vigorose e frequenti, il che lo portava ad abbattersi e anche ad essere talvolta rinunciatario. Alla fine ero stata io a spingerlo a usare il Viagra.Approfittavamo di tutte le sue erezioni �naturali�, se capitava, nel cuore della notte o al mattino, e in orari più normali prendeva la pillola blu. Quando poi non era proprio possibile avere il cazzo duro trovava il modo di farmi venire comunque, senza penetrazione. I nostri rapporti erano prolungati ed estenuanti e gareggiavamo nel fare godere l�altro.Io ero anche diventata meno ipocrita nell�ammettere con me stessa e con lui che quelle che avevo un tempo etichettato come sue perversioni ...
    ... (di cui parlerò in seguito) erano in realtà cose che mi attiravano e mi piacevano.Quell�esplosione vitale faceva parte di un nuovo inizio anche fuori dal letto: progetti, vacanze, qualche viaggio, ristoranti e uscite da soli o in compagnia, tutto si era rimesso in moto.Durò solo pochi mesi e poi gli diagnosticarono la leucemia mieloide acuta e per la fine dell�anno la mia vita mi sembrò finita con la sua. Tutta la nostra storia in comune mi appariva meravigliosa e persino le crisi e le liti, i suoi tradimenti e le incomprensioni si trasformavano in dolci ricordi.Passai Natale nel dolore straziante e i mesi seguenti nell�abbruttimento. Avevo ripreso a fumare e poi a bere un po� troppo e il mio corpo era invecchiato di colpo.Mi decisi in primavera a iniziare una terapia. La depressione era palese, ma lo psichiatra che mi prese in cura era ottimista. Dalla mia anamnesi era chiaro che potevo e dovevo tornare a vivere. Non ero mai stata depressa o seriamente malata prima di allora, e, poi, cosa ancora più importante, mi fece capire che vivere il lutto in modo profondo e anche devastante come era successo a me era in un certo senso il modo naturale. E� come se il corpo e l�anima sapessero che bisognava morire e rinascere.Ma uscirne non fu una passeggiata. Per tutto l�anno non ci furono grossi progressi e da donna forte e attiva quale ero mi ero ridotta a un� anziana sedentaria.Solo in autunno avevo trovato le forze di cominciare a fare cyclette e ginnastica a casa da sola con impegno ...
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