1. 167 - Il maestro rompe l'ano alla giovane allieva


    Data: 27/05/2019, Categorie: Etero Autore: ombrachecammina

    Il maestro l'aveva notata per la sua estrema umiltà, per la facilità con la quale apprendeva e per la disponibilità ad imbrattarsi l'anima assimilando i suoi concetti astratti e a volte persino astrusi. Egli la osservava lavorare ed intanto tentava di indovinare le forme del suo corpo, nascoste e mimetizzate sotto gli abiti mai attillati, fabbricati con tessuti grossolani ed indossati apposta per celare agli sguardi suoi e di chiunque altro un corpo sensibile ed eccitante nella sua acerba maturità.Lei era la sua allieva prediletta, la più dotata, la più attenta e lui spesso le si avvicinava da dietro, mentre era intenta su un modello, per sentirla trasalire e subito turbarsi per quell�esame così ravvicinato. Egli non perdeva occasione di sfiorarle il seno con un gomito, mentre le insegnava il giusto uso di una scalpello, sfidando il turgore dei suoi capezzoli, per poi ritrarsi e dare al movimento del braccio, l'innocenza del gesto involontario. Poi osservava i tendini dei polsi guizzare mentre i polpastrelli affondavano nell'argilla umida immaginandola alle prese con le dolci carezze sulle sue parti più intime e nascoste.La ragazza, sentendolo dietro, scostava i capelli con un movimento preciso della testa, senza nascondere il gesto voluto e studiato, offrendo la nuca ed un angolo del collo bianco, sperando in un segno, uno sfioramento, una carezza od un bacio che purtroppo tardava ad arrivare. Con il maestro che con lei pareva mostrarsi distratto, faceva spesso questo gioco ...
    ... di sottile seduzione. Lui invece percepiva tutte le sensazioni della fanciulla e godeva in segreto di quei piccoli gesti che aveva visto crescere e perfezionarsi durante tutta la durata del corso di modellato che, purtroppo, volgeva ormai al termine.Accadde tutto in una sera, lei si attardò a perfezionare un compito di figurato, il bozzetto di un uomo in piedi che la mitologia aveva creato con un sorprendente gigantesco fallo. Gli altri allievi si erano ormai congedati, nel camino del laboratorio scoppiettava allegramente un ciocco di quercia, lei si volse verso il maestro cercando nel suo sguardo l'assoluzione complice per il suo ritardo nel terminare il lavoro. Per tutta risposta lui le venne incontro tenendo fra le mani due calici di vino rosso e le sorrise con occhi furbi da vecchio lupo di mare. Appoggiò i bicchieri sul tavolo basso di fronte al camino, un tavolo di legno di Tulipè dell'isola di Giava. Il suo atelier d�arte parlava di se, dei suoi viaggi e delle sue ricerche, ed il vecchio tavolo ne era la conferma, esso era stato ritrovato in una vecchia stalla, abbandonato e quasi distrutto dal tempo. Lei, la giovane allieva, che in fondo si sentiva a suo agio in mezzo a tutte quelle storie, si alzò dallo sgabello e raggiunse il maestro davanti al camino, portò con se il suo bozzetto per giocare ancora all'allieva diligente, bevve un lungo sorso di vino e si sedette sul tappeto nella posizione del loto. Poggiò il lavoro sul tavolo e iniziò ad accarezzare sensualmente ...
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