1. Terza parte - Le ballerine ed il resto


    Data: 28/05/2019, Categorie: Feticismo Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti

    Quel pomeriggio non lavoravo (avevo svolto un turno di mattina) ed ero stato incaricato di portare la macchina di mia suocera a fare la revisione. L’appuntamento dal meccanico era per le ore 16,30 ma io, come al solito, immaginando di poter “rimediare” qualcosa di “extra” ovviamente partii con un bel po’ di anticipo. Alle 15,00 ero già a casa di mia suocera. Salii le scale, aprii la porta ed entrai. Oltrepassai il corridoio, entrai in cucina e sentii rumore di stoviglie provenire dal cucinotto. Mi affacciai e vidi mia suocera intenta ad asciugare i piatti che aveva poco prima rigovernato. “Buongiorno” esordii. E lei, voltandosi sorridente: “Ciao, sei arrivato presto . . .”. “. . . Sa com’è . . . meglio non far tardi, non crede?” le chiesi ammiccando un sorrisetto d’intesa. Lei si voltò di nuovo verso l’acquaio e riprese ad asciugare i piatti, ma colse l’occasione per tentare in qualche modo di dissuadermi dal chiederle ciò che era evidente che io volessi fare: “. . . Ora ho un po’ da fare . . . lo so perché sei venuto prima, ma devo dirti che non ho tempo; dopo asciugato i piatti devo stirare . . . . .”. Nel frattempo, ovviamente, l’avevo squadrata da capo a piedi (soprattutto questi ultimi) ed avevo notato che calzava un paio di ballerine fucsia, senza calze. Il resto era il classico: un paio di jeans ed una camicetta beige che solitamente indossava per stare in casa. Non potei resistere: mentre era intenta all’asciugatura dei piatti mi recai dietro di lei e mi inginocchiai ...
    ... a terra. Abbassai la testa e mi avvicinai alle sue scarpine fucsia. Lei percepì la mia presenza, si voltò e mi disse: “Ma sei veramente testardo . . . ti ho detto che ho da fare . . . e poi guarda se alla fine mi fai cadere . . .”. “Ma no che non la faccio cadere . . . su, mi lasci fare . . .”. Presi dolcemente il suo piede destro, lo sollevai all’indietro piegandole il ginocchio, afferrai la scarpina e piano piano, tirandola verso di me, la sfilai. Ecco la fantastica pianta del piede destro di mia suocera. Ed ecco anche l’interno di quella ballerina fucsia. Non sapevo veramente da che parte cominciare. Portai la scarpa alla bocca e la leccai con passione, soprattutto l’interno, nel quale si era creata la meravigliosa impronta della pianta del piede di mia suocera, e delle sue dita adorabili... Poi posai a terra la calzatura e mi dedicai al piede. In questa posizione avevo il suo calcagno in alto e le dita in basso: l’opposto di quando mi porge i suoi piedi standomi davanti, girata verso di me. Non fu comunque un problema, anzi una gustosa variante sul tema. Cominciai con passione, ma molto delicatamente, a leccarle la pianta calda. La sentii insistere che sarebbe stato meglio smettere: “. . . Ho da fare, bisogna smettere perché oggi ho proprio da fare . . .”. Ma io intanto, ignorando le sue proteste, continuavo imperterrito a leccarle e succhiarle il piede destro. Piano piano la sua contrarietà si mutò in rassegnazione, finché non divenne (finalmente) complicità: “. . . Se ...
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