Terza parte - Le ballerine ed il resto
Data: 28/05/2019,
Categorie:
Feticismo
Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti
... ci mettiamo più comodi viene meglio, non credi?”. Non credevo ai miei orecchi, ma mi adeguai alla nuova situazione e rilanciai: “Lo credo anch’io, ma le sedie non sono molto comode . . .”. “. . . Hai ragione” ribatté lei, aggiungendo audace: “Che ne dici del letto?”. La situazione stava divenendo decisamente piccante: mi stava proponendo di leccarle i piedi sul suo letto. La cosa era clamorosamente eccitante, ed io non indugiai oltre: “Credo che si starebbe comodissimi . . .”. Detto fatto; le rimisi la scarpina destra e ci recammo in camera da letto. Lei per prima si mise a sedere sul letto, si distese, allungò le gambe e mi disse che ora il tutto sarebbe venuto sicuramente meglio. Le sorrisi e mi avvicinai dolcemente alle sue scarpine nere. Una ad una, con somma delicatezza, le sfilai. Le appoggiai a terra e tornai a dedicarmi ai suoi meravigliosi piedini. La mia bocca fremente indugiava con passione sulle sue dita deliziose; la lingua carezzava le piante ed i calcagni. Ad un certo punto tirai un po’ su il bordo inferiore dei pantaloni, in maniera da poterle leccare un po’ anche le caviglie ed il collo dei piedi. Fu a quel punto che la situazione cambiò radicalmente e mi si presentò davanti una evidenza completamente nuova, ma che non avevo mai osato neanche lontanamente considerare. Mia suocera mi disse: “. . . Se passi da sotto, i pantaloni ti danno un po’ noia; magari senza verrebbe meglio . . .”. Incredibilmente mi stava invitando a toglierle i pantaloni. Il mio cuore ...
... cominciò a battere all’impazzata; mi venne la sudarella ed il mio respiro divenne affannoso. Non le risposi ma agii in ossequio a quello che lei mi aveva appena detto: percorsi con le mani le sue gambe (esternamente ai pantaloni) finché non giunsi al bottone ed alla cerniera. Li sbottonai delicatamente, calai la zip e dolcemente, piano piano, tirai verso il basso. I pantaloni cedettero ed iniziarono a sfilarsi. Comparvero sue cosce, le sue ginocchia, le sue caviglie, finché i pantaloni non raggiunsero i piedi. Li sfilai del tutto e li posai in un angolo del letto. Ora mia suocera era distesa davanti a me, con la parte alta del suo corpo abbigliata normalmente, ma con in basso solamente le mutandine (bianche). Notai che aveva gli occhi chiusi, come se fosse in attesa di qualcosa di misterioso ma ineluttabile. Mi avvicinai di nuovo ai suoi piedi e ricominciai a baciarli e ad adorarli. Leccavo con passione, succhiavo le dita, e come previsto scorsi con la lingua le caviglie di mia suocera; le leccai il collo di entrambi i piedi, le baciai e leccai entrambi i polpacci. Fu a quel punto che per me il tempo si fermò ed il mondo cominciò a girare vorticosamente al contrario, conducendomi in un turbine di sensazioni allucinanti ed eccitanti, al limite della follia; mia suocera mi disse: “Se vuoi puoi salire ancora più su . . .”. Mi stava invitando a leccarla più in alto . . . ben oltre i piedi, ben oltre i polpacci, le cosce . . . Mi sentivo come ubriaco . . . allucinato . . . ma cercai ...