1. Terza parte - Le ballerine ed il resto


    Data: 28/05/2019, Categorie: Feticismo Autore: Frank Zaz, Fonte: EroticiRacconti

    ... comunque di muovermi con sicurezza e disinvoltura. Raggiunsi le sue ginocchia, le carezzai con la lingua, poi proseguii oltre ed arrivai alle cosce. La mia lingua scorreva sapiente, fremente, tra le sue gambe. Lei le divaricò, piegando le ginocchia e poggiando sul letto le piante dei piedi. Sempre più divaricate . . . mentre io sempre di più salivo con la mia lingua lungo la sua pelle tremante. Arrivai tra le sue cosce con la testa. Davanti a me avevo le mutandine bianche. Era chiaro che in quel momento non aveva alcun senso avere scrupoli. Afferrai l’indumento e con dolcezza lo sfilai. Lei mi agevolò nell’operazione. Sollevò un attimo il sedere, unì le ginocchia, e quando le mutandine furono arrivate alle caviglie, sollevò i piedi dal letto per farle sfilare del tutto. Ora la parte bassa del suo corpo era completamente (e finalmente . . .) nuda. Continuò a tenere gli occhi chiusi e si ridispose nella posizione di prima: ginocchia un po’ piegate, piedi sul letto e gambe completamente divaricate: mi stava invitando a tornare a fare quello che stavo facendo . . . ed a completare l’opera. Mi rituffai in basso e ricominciai a leccarle le gambe. Ero ripartito dai piedi (fantastici!) ma ci misi poco a ripercorrere il suo corpo verso l’alto: in poco tempo fui di nuovo tra le sue cosce. Ora avevo a pochi centimetri dalla mia bocca la sua vulva fremente. Tutto era compiuto. Mi avvicinai sempre di più . . . . centimetri . . . millimetri . . . la mia lingua terminò di carezzare la ...
    ... coscia destra e giunse al punto in cui termina la gamba ed inizia l’inguine. Proseguii e finalmente arrivai al traguardo. La sua vagina spalancata si offrì alla vista dei miei occhi impazienti ed alle attenzioni della mia lingua sapiente. Non persi altro tempo. Leccai con trasporto quelle labbra bollenti, quel clitoride durissimo. Dopo poco sentii dei fremiti, delle contrazioni. Lei intanto cominciò a gemere di piacere. La sua vulva divenne bagnata, molto bagnata. Leccai i suoi umori con crescente eccitazione, finché lei, in preda ad un tumulto di sensazioni, non mi implorò di farla sua: “. . . Prendimi . . . ho bisogno di essere tua . . . è troppo tempo che aspetto. Ti prego . . . prendimi !!”. Continuai a leccarle la vulva, mentre con le mani provvedevo a spogliarmi. A differenza di lei, io mi tolsi tutti gli indumenti. Quando fui completamente nudo (ed eccitatissimo) cominciai a scivolare sopra di lei verso l’alto. Quando il mio viso fu davanti al suo, la mia asta turgida era finalmente davanti al suo fremente pertugio. Ora veramente tutto era compiuto. Delicatamente, semplicemente, entrai in lei. Mi mossi con sicurezza, come se lo stessi facendo con una mia coetanea. Quando il mio cervello analizzava la situazione, tutto sembrava folle: stavo scopando mia suocera, una donna ben più grande di me. Ma quando lasciavo comandare l’istinto mi sembrava la situazione più normale del mondo. Andai avanti, pistonando la sua vulva, per un bel po’, finché lei non sollevò le gambe e mi ...