1. Amore Clandestino 2 - Pioggia


    Data: 29/05/2019, Categorie: Etero Autore: Perseus

    ... lussuria nel sentire i jeans gonfiarsi sotto quelle carezze appena accennate! Quanta sublime soddisfazione nel sapere di essere lei la fonte del suo piacere! Enrico le aveva messo una mano sulle spalle, costringendola a chinarsi su di lui. Un gioco alla quale non si era certo sottratta, ma che aveva interpretato a modo suo. E su quel tessuto teso dall’eccitazione aveva posato delicatamente le proprie labbra, assicurandosi che lui le avesse sentite senza alcun dubbio. Incurante del luogo e dei presenti, Enrico aveva allungato la mano e le aveva alzato, seppur a fatica, la gonna. Era stato in quel preciso momento che Elisa si era rialzata e, fintamente offesa, si era ricomposta e s’era fatta seria. Inutile, forse, dire che il suo amante clandestino non si era certo tirato indietro o dato per sconfitto e aveva cercato ancora e ancora di farla sua. Finché lei, divertita, prima lo aveva baciato e poi gli aveva posto il dito indice di traverso sulle labbra. “Non qui.” E con quelle due semplici parole era stata certa di aver posto la parola fine ai giochi. Non si era certo potuta immaginare che, di scatto, l’uomo l’avrebbe presa per mano e l’avrebbe trascinata fuori dal teatro, fino alla macchina, nonostante le sue proteste, tra una risata e l’altra, sotto lo sguardo sbigottito del cassiere. “Non è carino essere andati via così, a metà dello spettacolo”, sbuffò Elisa, con un sorriso imbronciato sulle labbra, “per una volta che mi porti a una serata interessante e non il solito ...
    ... scopare…” Enrico girò il capo e la guardò tra il serio e il faceto. “Non mi sembrava che lo spettacolo ti stesse prendendo così tanto…” Elisa allungò il collo e gli diede un bacio sul collo mentre, con una mano, tornò ad accarezzargli il cavallo dei pantaloni. “Preferirei fosse altro a prendermi…” Calò un momento di silenzioso imbarazzo nell’abitacolo, spezzato solo dal rumore della pioggia contro il parabrezza. “Dillo ancora.” “Non mi hai ancora detto dove stiamo andando.” Già da diversi minuti si erano lasciati la città alle spalle ed Enrico guardò oltre i vetri dell’auto: attorno a loro il nulla della buia campagna. “Qui.” La ragazza ebbe un attimo di smarrimento. “Qui?” Senza dire altro Enrico accostò l’auto a margine della strada e spense il motore. L’oscurità li avvolse. “Andiamo.” “Dove? Sta diluviando!” Enrico non perse tempo a risponderle, scese dall’auto, l’aggirò e spalancò lo sportello del passeggero. Elisa si fece piccola piccola per evitare la pioggia che entrava prepotente nell’abitacolo. “Cosa fai? Chiudi!” Le sue parole, però caddero nel vuoto. Prima che lei potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo, Enrico le afferrò una mano e la trascinò, a forza, fuori dall’auto, chiuse lo sportello e, in men che non si dica, Elisa si trovò schiacciata tra la carrozzeria e il corpo del compagno. E si rese conto ben in fretta che non le dispiaceva affatto. “Questo è scorretto amore mio…” “Hai iniziato tu a essere scorretta.” Le accarezzò il viso con il due dita, perso nei ...