Il collare - Cap.5
Data: 31/05/2019,
Categorie:
Zoofilia
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... calorosa buona notte e si congedò, portandomi con se al piano superiore. Anche quando rimanemmo soli, notai per l'ennesima volta come Sveta non sembrasse proprio per nulla intimidita da Ged. Diavolo di donna, aveva letto perfettamente il mio bluff, quasi come se sapesse meglio di me quali carte avevo in mano. Ero solo un altro maschio arrapatato dopotutto... Mi chiuse in camera come al solito senza imbarazzo alcuno, prima di ritirasi, immagino, nella sua stanza. Erano le nove e mezza circa. Alle undici insoddisfatto e pensieroso, decisi di provare ad uscire. C'ero già riuscito una volta, la sera che mi ero risvegliato in questo corpo, poi non ci avevo più provato. Mi infastidiva come per Sveta fosse tutto normale, volevo, dovevo, assolutamente provocare una reazione, se volevo che Ged venisse spedito dal veterinario. Il corridoio era buio, riflettei che non sapevo quale fosse la sua stanza. Dopo un attimo di esitazione, decisi di lasciarmi guidare dal mio naso. Era meno preciso di quello di Nerone, notai con disappunto per la prima volta, anche se non di molto, eppure la differenza la percepivo chiaramente. Nonostante ciò, mi condusse rapidamente al piano di sotto, di fronte una porta chiusa. Nessun rumore proveniva dall'interno, e, guardando dallo serratura, sembrava fosse tutto buio all'interno. Era quello che mi aspettavo. Quello che invece mi sorprese, fu trovare la porta chiusa a chiave. Altro che, la ragazza sapeva come badare a se stessa. Mi fermai a scodinzolare ...
... abbacchiato lì davanti per qualche minuto. Quando stavo per ritornarmene della mia camera, notai la luce venire dal piano inferiore. Tesi l'orecchio. Nulla. Scesi, il soggiorno era illuminato dalla luce soffusa di una lampada a piantana, sembrava deserto però. La traccia odorosa del profumo di Martina aggrediva le mie sensibilissime narici, come al solito. Era incredibile quanto profumo mettesse quella femmina a volte, spesso capitava che ci volessero ore prima che si dileguasse da un ambiente. Trottai verso la cucina, deciso a trarre qualche vantaggio, seppur minimo, da questo brandello di libertà che mi ero procurato. Aprii il frigo senza troppa fatica, afferrando un'incartata di prosciutto particolarmente profumanta. "Albertooo ... finalmenthe... mhh..." Lasciai cadere il pacchetto a terra trasalendo di colpo. Mi affacciai esitante al soggiorno, era da li che era venuta la voce. Subito notai Martina distesa sul divano. Era tutta avvolta nel mantello del suo costume, le faceva da coperta. Il cappello, schiacciato sotto la testa, il bicchiere vuoto, appoggiato a terra. La bottiglia, vuota anch'essa, faceva bella mostra di se sul tavolino al lato del divano. Mi avvicinai, sembra buffo dirlo, cercando di fare meno rumore possibile. Avevo già intuito come Martina, nella spesso squallida solitudine della sua vita dorata, avesse avuto una spiccata predilezione per l'acool quale metodo per anestetizzare la sua anima. Non mi era mai capitato di vederla in quello stato, però. Guardandola ...