In ufficio
Data: 04/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: limelime165
Ci Siamo. E’ da un po’ che ho voglia di raccontare qualche mia passata esperienza. Premetto che ho 32 anni e sono gay. Sono alto 1.78 e peso 75 kg. Fisico tonico.
La prima esperienza di cui parlo è quella avuta anni fa con un ex collega, Francesco. Che dire… la ricordo come fosse oggi… che gran scopata. All’epoca avevo 22 anni, lui 30. Non era bellissimo, ma fisicamente mi eccitava molto. Alto 1.85 circa, fisico possente, carnagione tipica del sud. Lavoravamo insieme, lui si era trasferito a Milano per lavoro, ma aveva la ragazza che viveva giù. Vi chiederete se fosse gay anche lui… no, non lo era.
Si divertiva con me, perché sapeva di poterlo fare. Del resto, vedeva la ragazza proprio di rado, giusto per le feste… non poteva vivere di sole seghe
Tutto è iniziato un pomeriggio. Lavoravamo in quattro in ufficio. Io, lui, una collega e il nostro capo. Lui aveva il suo ufficio. Io e la mia collega uno insieme. Fra le mie mansioni c’era anche quello di rispondere al telefono. Quel pomeriggio stavo vedendo una pratica con lui nel suo ufficio e sentii il centralino rispondere. Per non tornare nel mio ufficio decisi di rispondere dal suo. Mi alzai e mi allungai un tantino per afferrare la cornetta. Era un mio cliente, iniziammo a parlare finchè Francesco non iniziò a toccarmi il culo. All’inizio restai sorpreso. Pensai a uno scherzo. Ma andava avanti…perché fermarlo? In tutto ciò dovevo parlare col mio cliente facendo finta di niente. Passò poi a toccarmi il buco del ...
... culo, sempre da fuori, senza mettermi una mano nei pantaloni. Si alzò, si mise dietro di me, e per risposta iniziai a toccargli il pacco, lo sentivo un po’ ingrossato, non ancora duro. Il mio invece si era decisamente svegliato. Sentimmo dei passi, sicuramente era il nostro capo, finì tutto di colpo. Ci risistemammo, finii la chiamata col mio cliente e la pratica su cui stavamo lavorando la vedemmo, con mio rammarico, tutti e tre insieme.
La sera mi scrive un messaggio sul cellulare, in cui mi dice se mi aveva dato fastidio ciò che era successo oggi. Gli risposi di no. “Se ti va, domani siamo da soli in ufficio, gli altri due sono fuori Milano da un cliente tutto il giorno. Se vuoi possiamo approfondire la cosa…”. Così fu. L’indomani, appena il mio capo e la mia collega partirono per andare in trasferta andai nel suo ufficio. Mi disse di non essere gay, che però sospettava di me e che aveva una gran voglia di chiavare. Eravamo a fine marzo circa, non trombava dal Natale scorso. Gli risposi che per me non c’erano problemi, che avevo voglia anch’io di una scopata con lui. Ci chiudemmo in bagno, per stare più comodi. Lo spogliai io. Prima la camicia, la maglietta intima, le scarpe, poi gli calai i pantaloni e lo feci sedere sul water. Aveva un fisico non muscoloso, ma massiccio, con un po’ di pancetta e non eccessivamente peloso. Mi spogliai anch’io, restando in mutande. Iniziai a leccargli le cosce, poi inizia a tastargli il cazzo da sopra le mutande. Stava diventando duro… ...